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Macbeth

Regia di Justin Kurzel vedi scheda film

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La recensione su Macbeth

di giorgiobarbarotta
6 stelle

Vado al cinema scevro da qualsiasi tipo di aspettativa. Mi sforzo di non riportare gli occhi al bel precedente adattamento di Polanski, che tanto ha lasciato impresso nel mio immaginario. Cerco pure di ignorare le critiche incontrate qua e là sui giornali, che di solito non leggo prima di approcciarmi a un film. Sala con 30 persone, solito inutile via vai nei primi dieci minuti, chiacchiericcio diffuso, telefonini, sbadigli, pop corn e sfrigolare di caramelle e chewing gum. Ma, diamine, è Shakespeare: che cavolo! Fassbender e la Cotillard sono due attori tra i migliori in circolazione (mi piace citare per l'uno Hunger di Steve McQueen, per l'altra Un Sapore Di Ruggine E Ossa di Jacques Audiard). L'opera del Bardo è tra le mie preferite e l'idea che la si reciti a versi pressoché originali nei dialoghi mi alletta. Aggiungi che ad agosto sono stato in ferie in giro per la Scozia, tra castelli, brughiere, scogliere a picco sull'oceano e spazi aperti e il gioco è fatto. Gli ingredienti per una piacevole serata di cinema ci sono insomma tutti. Ma qualcosa non funziona. Come un'arma carica e ben puntata che si inceppa la pellicola mi risulta da subito indigesta. Un vero macigno. Ok, la cupezza del Macbeth è risaputa e qui la si sente tutta, amplificata e sottolineata da fotografia e musica quanto mai rispettivamente pesante e invadente. Ma il problema principale sta nella regia, che strozza a monte ogni slancio cinematografico vero e per contrappunto non ci cala nemmeno nel teatro puro, quello del palcoscenico, seppur traslato sul grande schermo. Niente respiro in questa versione in cui giganteggiano gli interpreti ma tutto risulta compresso e statico, schiacciato in immagini bidimensionali e quadri scollati tra loro. Enfatico e prolisso, privato del fascino degli eventi (anche se la battaglia iniziale è notevole) e della suggestione distillata del testo, dà l'idea di essere sfuggito di mano al suo autore nella gestione dei vari binari espressivi e negli equilibri della materia. Viene da chiedersi quale sarebbe stato l'esito finale se al timone dell'operazione ci fosse stata la mano del Nicholas Winding Refn di Valhalla Rising.

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