Mentre sta girando un film con l' importante attore americano Barry Huggins (John Turturro) come protagonista, la regista di successo Margherita (Margherita Buy) è alle prese con una catastrofica vita privata, completamente in balia della madre morente e della figlia adolescente Livia.
Note
Una storia in fondo intima e dolorosa risolta con una leggerezza (prima di tutto estetica) straordinaria. Questo nonostante una struttura non lineare, dove realtà e sogno, in maniera ancora più evidente rispetto a Habemus Papam, si compenetrano, a volte senza soluzione di continuità.
"Un misto tra una sgangherata seduta psicanalitica e un disordinato esame di coscienza in un’atmosfera da limbo”. Così, Fellini, presentando 8 e 1/2.
Ho qualche dubbio che, nonostante le abbondanti citazioni felliniane di "Mia madre", quelle parole si adattino a questo film...
Fratello e sorella assistono amorevolmente la madre che sta per morire, tra ricordi e rimorsi che riaffiorano, la vita professionale che interferisce, e l'impatto con un evento che può essere solo lentamente metabolizzato.
Nanni Moretti è cresciuto, Nanni Moretti è cambiato, Nanni Moretti è diventato grande, lo era anche prima ma adesso è passato il tempo giusto per dare maggior significato al termine e questo film lo dimostra. Mai retorico, mai in cerca della lacrima o della complicità del pubblico. È un inno senza musica al dolore silenzioso che emana il lutto.
Moretti scrive e dirige una storia semplice, con un personaggio cucito sui suoi standard. Il personaggio di Margherita Buy ostenta sofferenza, la personalità di Moretti introietta l’usuale, stavolta celato (ma non troppo), complesso di Edipo.
Film cinereo come e più dei maglioni grigio/marroni di Moretti, Mia madre va visto e rivisto, per superare l’iniziale sensazione di impasse e quello strano retrogusto di non indispensabilità. Un consapevole ma irrisolto canto del cigno, l’addio ai monti della giovinezza, un delicato dramma da (tele)camera. Moretti ci stupirà ancora, fidatevi.
Non si è mai pronti per perdere la madre, nemmeno quando si è figli ormai pienamente adulti.
Come nella tradizione del suo cinema fortemente personale, l’ultimo lavoro di Nanni Moretti prende vita da uno spunto autobiografico ma universalmente condivisibile, quello della malattia e del lutto materno, per soffermarsi su un momento di crisi personale che può… leggi tutto
Mia madre è cinema. Il film nel film è cinema. Il lavoro - perdita, contrapposizioni, aspettative - è cinema. Il latino (lingua morta, dell'analisi logica, del non fermarsi al primo significato che si trova sul vocabolario da bravo alunno/critico/spettatore) è cinema. Le fughe oniriche e i ricordi-raccordi con l'aldiqua (qualunque cosa sia e ovunque… leggi tutto
Immagino insista una piccola stanzetta del figlio ad adombrare il film, quasi a voler accudire la descrizione del dolore.
“Mia madre” sviluppa un'impostazione a due tranche intersecanti: con quella più leggera a rappresentare l'artificio sdrammatizzante.
Moretti invece si relega e si disegna nella parte somatizzante della perdita e del… leggi tutto
Questa è l'ultima corposa antologia della serie YBSF curata da Gardner Dozois (1947-2018) e contiene i racconti a suo giudizio migliori pubblicati nel 2017. Per l’edizione italiana è stata suddivisa…
Dieci attrici italiane che ameremo sempre, le loro filmografie (da wikipedia) e un film per ricordare ciascuna di esse. (♥)
GINA LOLLOBRIGIDA (nata il 4…
Margherita (Margherita Buy) fa la regista cinematografica; è scontenta del suo film e ne addossa la colpa all’operatore, le cui riprese sono troppo a ridosso della finta polizia, intenta a caricare i finti operai in procinto di occupare la fabbrica in vendita. Allo stesso modo è scontenta degli attori che dovrebbero prendere maggiormente le distanze dal personaggio…
Convergenze parallele. “Si tratta di una coincidenza che esercita comunque un certo fascino sulla mia coscienza.” Elaborazione del lutto. Ricerca di riscatto nel tentativo di porre rimedio…
Il lungo meriggio della Terra.
Le opere di Robert Charles Wilson, statunitense-canadese (California-Ontario) classe 1953, autore di 18 romanzi (più un numero quasi doppio di racconti) dal 1986 ad oggi, 6 dei…
Un ospedale sulla First Avenue con camera con vista sul Chrysler Building. Prima metà degli anni ottanta del secolo scorso. Una figlia e sua madre. Due famiglie. Due zone di due stati, lo sprofondo…
• E poi (tra Charles Stross e Ted Chiang), c'è Greg Egan. Tra FlatLandia e il Pendolo di Foucault. Universo Ortogonale e Fisica Rotazionale. Hard SF speculativa. L'esatt'opposto del TechnoBabble. …
INFORMAZIONE del 6 gennaio 2019:
Capo 20 "provvisorio" in che senso? Da oggi c'è il CAPO 20 "definitivo", dedicato al solo biennio 2015/2016. Eccovi il link:…
Devo dire che non mi aspettavo molto, ma mi è piaciuto. In particolare, i personaggi mi sono sembrati tutti molto credibili, e i dialoghi calzano loro perfettamente. Anche il lento spegnimento della madre, con le reazioni che causa nei figli e nei nipoti, mi è sembrato ben raccontato e realistico. In generale, non si respira mai aria di finto, e men che meno di fiction. La Buy mi…
Avete mai provato la sensazione di perdere un parente, qualsiasi situazione si trovi? O magari, in questo caso, di vederlo in una situazione piuttosto drammatica? Il ruolo di Nanni Moretti, regista che stimo ogni giorno di più, in questo film si basa nell'incoraggiare la sorella protagonista, Margherita (Margherita Buy), nel trovare le forze di andare avanti in questo brutto periodo,…
Una regista e suo fratello ingegnere assistono la madre, ex insegnante di lettere, nella fase terminale della sua malattia; intanto la prima sta faticosamente girando un film su una fabbrica occupata, fra le bizze di un divo americano marpione e cacciaballe, e deve gestire anche i problemi di crescita della figlia adolescente. Moretti elabora in pubblico il proprio (autentico) lutto sdoppiandosi…
Nanni Moretti al suo meglio. Margherita Buy interpreta splendidamente la parte di un regista di successo troppo inquieto per vivere bene. Lascia il suo compagno, che recita nel film che sta girando. Ha una figlia, che segue troppo poco. Una madre ex insegnante di latino che sta morendo e lei non riesce ad accettarlo. La aiuta il fratello, intepretato da Nanni Moretti, che fa fatica a…
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Commenti (10) vedi tutti
"Un misto tra una sgangherata seduta psicanalitica e un disordinato esame di coscienza in un’atmosfera da limbo”. Così, Fellini, presentando 8 e 1/2. Ho qualche dubbio che, nonostante le abbondanti citazioni felliniane di "Mia madre", quelle parole si adattino a questo film...
leggi la recensione completa di laulillaNoiosissimo, inconcludente, inguardabile.
commento di ValekFilm un po' a Tema incasinato sulla Vita Famigliare ma nulla di piu' : bene la Buy come spesso.voto.4.
commento di chribio1Fratello e sorella assistono amorevolmente la madre che sta per morire, tra ricordi e rimorsi che riaffiorano, la vita professionale che interferisce, e l'impatto con un evento che può essere solo lentamente metabolizzato.
leggi la recensione completa di BalivernaDoloroso
leggi la recensione completa di Furetto60Nanni Moretti è cresciuto, Nanni Moretti è cambiato, Nanni Moretti è diventato grande, lo era anche prima ma adesso è passato il tempo giusto per dare maggior significato al termine e questo film lo dimostra. Mai retorico, mai in cerca della lacrima o della complicità del pubblico. È un inno senza musica al dolore silenzioso che emana il lutto.
leggi la recensione completa di michemarUN film perdibile di Nanni Moretti.
leggi la recensione completa di tobanisMoretti scrive e dirige una storia semplice, con un personaggio cucito sui suoi standard. Il personaggio di Margherita Buy ostenta sofferenza, la personalità di Moretti introietta l’usuale, stavolta celato (ma non troppo), complesso di Edipo.
leggi la recensione completa di scandonianoFilm cinereo come e più dei maglioni grigio/marroni di Moretti, Mia madre va visto e rivisto, per superare l’iniziale sensazione di impasse e quello strano retrogusto di non indispensabilità. Un consapevole ma irrisolto canto del cigno, l’addio ai monti della giovinezza, un delicato dramma da (tele)camera. Moretti ci stupirà ancora, fidatevi.
leggi la recensione completa di MarioC"Margherita fai qualcosa di nuovo, di diverso, rompi almeno un tuo schema". Poi non ci riesce. Ma a noi Moretti ci piace così.
leggi la recensione completa di NausicaNellaValleDelVento