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Uno sparo nel buio

Regia di Blake Edwards vedi scheda film

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La recensione su Uno sparo nel buio

di fochetta
8 stelle

Questo secondo episodio della saga di Clouseau si discosta dal precedente per alcuni elementi non del tutto banali: la pantera rosa non è in pericolo, del resto non è nemmeno nel titolo, né compare il famoso ladro “la primula”, inoltre Clouseau è ormai divorziato e vive con un maggiordomo orientale, Cato, che ha il compito di tenerlo allenato, tendendogli continui agguati, anche nei momenti piu’ impensati.
Malgrado ciò, continuiamo a seguire le investigazioni di Clouseau, tra teorie strampalate che negano qualsiasi logica criminologica, eventi fortunati, goffaggine e linguaggio sconclusionato, che nel doppiaggio italiano è una parodia di un francese che parla un’altra lingua. In originale ne dubito, visto che siamo in Francia e quindi sono tutti francesi. Questa volta l’investigazione di Clouseau parte dalla considerazione che Maria Gambrelli, la ragazza accusata del delitto, e’ troppo bella per essere colpevole. Malgrado l’assoluta infondatezza investigativa di tale asserzione, Clouseau segue la sua pista con assoluta convinzione. E’ in questo film che si gettano le basi della pazzia di Dreyfus, che ha come prima manifestazione un tic agli occhi, e che accompagnera’ il personaggio in tutti i film successivi.
Particolarmente interessanti, dal punto di vista della scrittura comica, sono la ricostruzione dei fatti alla lavagna davanti al suo subalterno Hercules Lajoy, che è la quintessenza della teoria investigativa di Clouseau, e l’interrogatorio in casa Ballon. Per quanto riguarda l’interrogatorio, nella tradizione dei migliori investigatori della letteratura, dovrebbe chiarire le posizioni di ogni membro della servitu’ e smascherare il colpevole. In realtà, resta memorabile per le gaffe e le dimostrazioni di ottusità e goffaggine di Clouseau. Sono inoltre memorabili come situazioni buffe, le sequenze al campo nudisti e quella del giro dei locali notturni. Siamo comunque ancora nell’ambito della commedia sofisticata, ricca di equivoci, battute brillanti, alta societa’. Dovremmo aspettare ancora un paio di film per arrivare alla comicita’ fondata principalmente sull’assurdita’ di situazioni impossibili e sulla mimica.
I titoli, come sempre, sono gustosi ed imperdibili ed imperdibile risulta anche il film, fosse solo per l’espressione da ebete convinto di essere un genio di Peter Sellers.

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