Espandi menu
cerca
Felice chi è diverso

Regia di Gianni Amelio vedi scheda film

Recensioni

L'autore

alan smithee

alan smithee

Iscritto dal 6 maggio 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 313
  • Post 213
  • Recensioni 6348
  • Playlist 21
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Felice chi è diverso

di alan smithee
8 stelle

Gianni Amelio

Felice chi è diverso (2014): Gianni Amelio

Gianni Amelio ci parla di molte cose in questo suo intenso, profondo ed anche intimo documentario: di un Paese che, a partire dal secondo dopoguerra, sceglie istituzionalmente la via della derisione, della mancata accettazione, del pregiudizio nei confronti di chi, per natura e non certo per scelta, non risulta omologato ed affine alle regole di una natura ed una umanità che cerca istintivamente la via della riproduzione e della mancata estinzione, ma che tuttavia non esclude a priori né tanto meno condanna oggettivamente tutto ciò che, sempre per natura ed istintivamente, si allontana dalle regole di massima, peraltro sufficientemente assodate e condivise per permettere la sopravvivenza e la prosecuzione della specie.

scena

Felice chi è diverso (2014): scena

Il gran regista intervista una serie di persone, soprattutto mature o già molto anziane, soffermandosi con partecipazione ed autenticità su aspetti e drammi privati che hanno segnato vite minate dal pregiudizio, e a causa dello stesso spesso addirittura segregate, isolate, perseguitate ai tempi della dittatura fascista, anacronistica e contraddittoria con la sua ostentata rappresentazione di un uomo macho e cultore del fisico; esibito questo in tutte le occasioni, anzi spudoratamente esplicitato, rappresentato, scolpito con una fierezza che sfocia nell'erotismo quasi grottesco e certo molto evocativo di pulsioni omoerotiche. Ma nel contempo rinnegando ed escludendo ogni minima diversità di concezione del desiderio che allontani dalla più comune accezione “animale” prescritta da regole e concezioni che sono tuttavia solo il frutto di convenzioni ed imposizioni che non hanno nulla di naturale, ma al contrario sprigionano con fierezza la propria accezione forzata ed impositiva su regole di vita e di comportamento che invece nascono da dentro, da una percezione intima che non può né deve essere univoca ed omologata.

Interviste brevi ma intense, in cui la testimonianza - spesso drammatica, sempre intensa e molto toccante di una vita trascorsa ad affrontare un compromesso e dunque celata e mai manifesta, derisa e ghettizzata dalla superficialità e dal pressapochismo che stampa e mass media tramutano automaticamente in deviazione criminosa da cui tenersi alla larga come di fronte ad un pericoloso contagio – diventa un coraggioso racconto di vita, ed in certi casi il diario orgoglioso di un riscatto da parte di chi ce l'ha fatta a superare il pregiudizio, o, al contrario, diario di un oblio da parte di chi invece ne è stato soffocato.

Drammatici soprattutto i momenti in cui l'intervistato racconta della difficoltà di farsi accettare in famiglia: di quanti abbandoni e mancate accettazioni da parte dei propri cari è piena la storia di chi ha cercato con onestà di raccontarsi e farsi accettare!

Persone qualunque, ma anche personaggi dello spettacolo e dell'arte, magari noti ed ammirati, ma anche tenuti un po' in disparte quando l'atteggiamento o la base della loro eccellenza artistica valicava i limiti di quella che per troppo tempo ed anche oggi per molti aspetti viene considerata decenza e limite di accettazione.

Gianni Amelio in fondo e molto indirettamente, attraverso testimonianze altrui, ci parla di se stesso, della difficoltà di potersi aprire e confidare in un mondo che, specie dal dopoguerra e per oltre un ventennio, ha sempre di fatto accettato ed accolto la diversità, senza tuttavia mai riuscire a trovare il coraggio di difenderla o proteggerla ufficialmente.

 

Gianni Amelio conclude coerentemente ed opportunamente questo suo prezioso documento con una testimonianza giovane, fresca ed attuale di un ragazzo che ha trovato il coraggio di aprirsi con la propria madre, e dunque nell'intimità della propria sfera personale, armandosi di una corazza per affrontare le ipocrisie e le derisioni di una società ancora immatura nonostante il progresso indubbio maturato in questi anni; e che appare moderna ed aperta più nelle intenzioni teoriche e di facciata che nell'aspetto pratico, e dove l'ignoranza e l'omofobia, l'intransigenza e l'incapacità di andare oltre la superficie ed il superfluo, regnano ancora incontrastati rendendoci una massa ancora molto restia all'accettazione indiscriminata di tutto ciò che non si omologa automaticamente al comportamento di massa.

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati