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Sotto il vestito niente

Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film

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La recensione su Sotto il vestito niente

di undying
8 stelle

Gioiellino che, con il trascorrere degli anni, acquista valore rimanendo anche (lucido) esempio di un periodo storico significativo. Vanzina, sconfinando dal genere usualmente praticato (la commedia), rivela doti insospettabili per il thriller. Genere che ha, purtroppo, percorso in pochissime circostanze.

 

locandina

Sotto il vestito niente (1985): locandina

 

Nel Wyoming, il ranger Bob (Tom Schlanley), entra in contatto telepatico con la sorella gemella Jessica (Nicole Perrin) nel medesimo istante in cui la ragazza -modella residente a Milano- sta per essere uccisa con un paio di forbici. Il ragazzo si precipita in Italia per recarsi a denunciare il probabile omicidio di Jessica, effettivamente scomparsa da un paio di giorni. Il commissario Danesi (Donald Pleasence) in un primo momento ritiene Bob un visionario ma poi risale ad un recente delitto compiuto nel mondo della moda, proprio nell'entourage di Jessica, ed inizia ad indagare.

 

scena

Sotto il vestito niente (1985): scena

 

"Ricorda, fotomodella, che tu sei fatta di carta, non di carne".

 

Notevole esempio di thriller, venato da una sottile linea di erotismo perverso (l'inatteso risvolto sull'omosessualità femminile, la masturbazione spiata dalla finestra di Zaira Zoccheddu) e ispirato (più che altro nel titolo) dall'omonimo romanzo di Marco Parma. Co-sceneggiato da Franco Ferrini (per un lungo periodo abituale collaboratore di Dario Argento e regista del poco riuscito Caramelle da uno sconosciuto), il film di Vanzina vanta pure una bella colonna sonora, composta (non per questo film) dal talentuoso Pino Donaggio. Pur essendo fortemente ispirato dal celebre lavoro di De PalmaOmicidio a luci rosse (non a caso la colonna sonora è la stessa), Sotto il vestito niente riesce a catalizzare l'attenzione del pubblico e a rendere possibili un paio di sequel. Capolavoro del regista Carlo Vanzina, purtroppo rimasto legato alla commedia e ai cinepanettoni ma che a fasi alterne ha tentato di frequentare il thriller (Mystère e Squillo) riuscendo -come in questo caso- a sorprendere.

 

Renée Simonsen

Sotto il vestito niente (1985): Renée Simonsen

 

La già citata musica di Pino Donaggio contribuisce a valorizzare ulteriormente il fascino sensuale delle avvenenti protagoniste, gli attori sono discretamente convincenti e Renée Simonsen, nei (pochi) panni della lesbica Barbara, riesce a catalizzare l'occhio del pubblico, talvolta accecato da alcuni delitti (con forbici) decisamente allusivi e paralizzato dai suoi occhioni -lucidamente- folli. Rimandi evidenti sono tutti per De Palma (Fury e il già citato Omicidio a luci rosse), Hitchcock (Psycho) e Argento. L'ottima accoglienza del pubblico ne decreta il (meritato) successo e, di conseguenza, la messa in cantiere per un paio di seguiti ufficiali. A suo modo, il titolo farà scuola.

 

scena

Sotto il vestito niente (1985): scena

 

Curiosità 

Il finale, girato in ralenty e con vetri in frantumi, è un evidente omaggio a Quattro mosche di velluto grigio ma presenta anche una forte similitudine a quello di Sette scialli di seta gialla, come rivela il fotogramma fermato con l'immagine dell'assassina lanciata in avanti attraverso il vetro di una finestra.

Durante la lavorazione, il mondo della moda non gradisce il progetto perché i temi trattati (droga, omosessualità, stalking) se mal gestiti possono gettare una cattiva luce nel settore. Solo Moschino, resosi conto dell'ottimo (e onesto) lavoro di Vanzina, partecipa attivamente allestendo una sfilata alla stazione ferroviaria di Milano, poi riportata con gusto nel film. Ne esce uno dei momenti più incantevoli, grazie anche al supporto di due masterpièces musicali, termometro di un'epoca, sfruttati con finezza dal regista: I am what I am e One night in Bangkok.

 

scena

Sotto il vestito niente (1985): scena

 

Colonna sonora (Pino Donaggio)

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