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L'assassino ti siede accanto

Regia di Steve Miner vedi scheda film

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La recensione su L'assassino ti siede accanto

di scapigliato
8 stelle

Uccidendo la superstide del capostipide di Cunningham, il discontinuo ma bravo Steve Miner chiude sì col passato, ma non è ancora proiettato nel futuro. Adesso è Jason ad uccidere con ancora più impeto e gusto della madre, conservata in parte in un altarino a casa, ma non è ancora il Jason metafisico che arriverà l’anno seguente sempre per mano di Miner. Il look del primo Jason è molto accattivante: salopette in jeans, forca, e un sacchetto bianco a coprirgli il volto con un solo buco per l’occhio buono, quello sinistro, quello del diavolo. Un look che “strizza l’occhio” ai tipici contadini americani, e quindi alla loro mostruosa deformazione cinematografica di mostri selvatici e sanguinari da “Un Tranquillo Week-End di Paura” in avanti. Ma a parte questo parallelismo, forse involontario, è comunque un look che avrebbe preso ugualmente. Ma anche la scelta futura non sarà male, visto il successo dei sequel.
In questo secondo episodio Miner calca la mano sul binomio sesso e morte, o meglio massacro, e si diverte come un porco, e noi con lui. La prima parte e le prime morti, sono un po’ telefonate e non danno ragione ad un cattivone come il gigante Jason, anzi a volte non mostrano nulla. Mentre la seconda parte è invece più veloce, ha più ritmo e ha soluzioni visive e narrative più interessanti. Tutta la carne da macello è bella da vedere, ma non da guardare. Però il regista sa come far piacere la sua creatura e la lancia verso il mito. Solo il prossimo episodio, e in parte il quarto, saranno degni dei due episodi precedenti (questo e quello di Cunningham).

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