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Liberaci dal male

Regia di Scott Derrickson vedi scheda film

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La recensione su Liberaci dal male

di nickoftime
6 stelle

Doveva essere una via di mezzo tra "Il braccio violento della legge" e "L'esorcista". Figlio di un progetto ambizioso ancorchè a basso budget, "Deliver Us From Evil" rimanda fin da subito ad atmosfere sinistre e poco illumminate, con figure umane ritratte in movenze animalesce, e habitat che a malapena riescono a mantenere una parvenza di civiltà. Quello che colpisce in un film che parte come un thriller e poi diventa un horror, è il supposto ideologico che fa della marginalità e della mancanza di mezzi di susssistenza le caratteristiche di cui il Male si serve per incarnarsi e prendere forma. Sono tutti reitetti, o quasi, gli indemoniati in cui si imbattono Ralph Sarchie (Eric Bana) e il prete sui generis Joe Mendoza (Edgard Ramirez), compagni di sventura catapultati in un caso di possessione demoniaca che rischia di diventare epidemico. Non se la passano meglio i due protagonisti, se è vero che l'uomo di Dio a un certo punto confessa allo sbirro - problematico e violento - di non essere uno stinco di Santo, avendo condiviso il letto e lo sballo con una delle vittime di quella strana faccenda. 


Un pessimismo cosmico a cui, però, come vuole tradizione e anche Hollywood, il regista lascia qualche barlume di speranza nello sciogliersi della diffidenza che inizialmente separa il sergente Sarchie dal suo futuro compagno. Un sodalizio, quello tra Sarchie e Mendoza che avrebbe dovuto essere, e invece non lo è, il fiore all'occhiello di un film dove i ruoli e le interpretazioni sono fondamentali. 

 

Girato in spazi angusti e spesso privi di luce, "Liberaci dal male" viene meno proprio nella costruzione dei personaggi, tratteggiati in modo troppo leggero, con i clichè tipici del genere - qui legati al maledettismo di entrambi i personaggi-  che occupano lo spazio dell'approfondimento psicologico e delle sfumature dei caratteri. Derrickson conferma la sua capacità di restare in bilico tra verità e fantasia con uno stile che mischia realismo documentaristico (gli slum newyorkesi ritratti in un tutta la loro crudezza) e finzione da cinema blockbuster. E ancora, nella sostanziale mancanza di effetti speciali, la bravura di lavorare sugli ambienti e sul fuori campo, per ricavarne la necessaria dose di inquietudine. Questa volta però il risultato è lontano da eccellenze come "L'esorcismo di Emily Rose" e "Sinister".

(icinemaniaci.blogspot.com)

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