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Ex Machina

Regia di Alex Garland vedi scheda film

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La recensione su Ex Machina

di Furetto60
7 stelle

Fantascienza "filosofica" di qualità. Film non originale, ma ben costruito e ben interpretato.

Caleb è un brillante programmatore di 24 anni, che lavora per la società informatica Blue Book, ha vinto un prestigioso concorso, in realtà scopriremo poi che è stato selezionato, aggiudicandosi il premio che consiste in una vacanza di una settimana nella lussuosa e tecnologica baita di montagna, isolata e immersa nella natura incontaminata, dell'amministratore delegato della società, tale Nathan Bateman. Non è però una vacanza turistica, bensì un esperimento scientifico, forse anche pericoloso, Caleb per aderire al progetto, deve firmare una liberatoria.  In questo periodo dovrà testare la creazione del suo CEO: un’intelligenza artificiale autocosciente, con le fattezze di un’affascinante ragazza, interagire con lei, in quanto Nathan vuole sottoporla al test di Turing, per capire se sia in grado o meno di pensare in modo autonomo e se quindi ha una coscienza. Caleb inizia così a incontrare Ava e a confrontarsi con lei, sempre sotto lo sguardo attento del suo anfitrione. Scopre che questa entità è intelligente, sensibile, conscia del suo status, ha personalità ed è incredibilmente umana. Tra i due si instaura un'amicizia o forse qualcosa di più. Il programmatore inizia a nutrire dei dubbi su questa "operazione" e sullo stesso Nathan, sul quale viene messo in guardia proprio da Ava, che si sta emancipando e quindi reclama libertà, da quella casa/prigione e soprattutto dal suo padrone/creatore che la tiene segregata e chiede aiuto in segreto, al suo esaminatore, nel corso di black out, causati da lei, in cui non possono essere sentiti.In verità è giusto il contrario, Caleb viene prima pesato e poi manipolato. Nathan con  il volto nascosto da una folta barba e da un paio di occhiali rotondi, circondato da pesi, punching ball e attrezzi vari da ginnastica, è un padrone ossessivo, un bugiardo patentato, con parecchi “manichini” nell’armadio, un genio tormentato da demoni, che si stordisce d’alcol di notte, mentre durante il giorno esterna i suoi pensieri surreali “Ti piace Mozart?», «Mi piacciono i Depeche Mode» in più, comunica con molto secco cinismo, l’intento di resettare Ava, per costruirne un’altra più evoluta, compiendo una sorta di omicidio digitale, ovviamente non penalmente perseguibile A questo punto Caleb prende una decisione drammatica. Film dialettico, gestito con grande maestria dai due protagonisti, Domhnall Gleeson e Oscar Isaac, quest’ultimo straordinario nelle vesti del genio ambiguo e tormentato. Tra loro la bellissima Alicia Vikander, robot con un cuore e un’anima, forse. Due grandi temi: Coscienza e controllo. La questione della coscienza, significa non solo possibilità tecnica di realizzare un cervello artificiale dotato di intelligenza e quindi anche di coscienza, ma soprattutto come poterlo verificare. Il problema del controllo è ancora più delicato; se riusciamo a creare macchine che sono più intelligenti di noi, in breve ci ritroveremmo in una scomoda posizione di inferiorità, che ci si potrebbe ritorcere contro. Visivamente, Garland incornicia bene la storia, in un quadro tra l'hi-tech minimalista che per luci, tempi e colonna sonora ben si armonizza, con gli elementi della fantascienza filosofica ed esistenziale; interessanti, poi, le incursioni più crude e quasi orrorifiche della seconda parte, l’animo umano è inesorabilmente corrotto e non smette di prevaricare il prossimo. Ava, in questo senso, diventa umana nel momento in cui emula il suo aguzzino. Temi forse non originali, ma gestiti con creatività e con un buon  colpo di scena finale, poi è potente l’idea di un software basato su di un motore di ricerca: Ava è la sintesi del genere umano, deus ex machina e poi c’è l’introduzione di una condizione nuova, l’intelligenza artificiale si autogenera, dunque è più suggestiva l’idea  di un cervello non fabbricato da uno scienziato, ma digitale, che quindi è in grado di svilupparsi quasi autonomamente, con le modalità proprie della natura informatica, l ’azienda di Nathan  è un motore di ricerca, che ha accesso a qualsiasi dato e Ava è a quel database che attinge tutte le informazioni, che sono quelle che viaggiano in rete, tutto o quasi lo scibile, diventando ovviamente potente: ”Sapere è potere”. Essenziali gli elementi di questo film :tre attori,diciamo quattro se contiamo anche la cameriera tuttofare/schiava muta, una casa dal taglio futuristico e la natura intorno a loro. Sceneggiatura “robusta”. Tra i due uomini, il rude e sprezzante Nathan e Caleb più romantico e dolce, c'è una donna, anzi, un’intelligenza artificiale. Il film ripercorre alcuni degli argomenti e dei dubbi filosofici sollevati dal mitico scrittore di sci­-fi, Philip K. Dick, arricchendoli con la variabile umana, della seduzione. Il regista Garland entra nel filone di un affascinante sottogenere, quello del rapporto uomo-macchina, e lo allarga, ponendo una serie di interrogativi etici e morali a cui non vuole e non può dare risposte, ma offrire spunti per la riflessione. Film dall’impianto teatrale, l’opera prima dell’autore di The Beach ha nei dialoghi il punto di forza, con osservazioni di logica e digressioni filosofiche, che animano la storia, creando con maestria il serrato ritmo narrativo, proprio attraverso l’evoluzione del rapporto dei due protagonisti

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