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Lucy

Regia di Luc Besson vedi scheda film

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La recensione su Lucy

di rickdeckard
4 stelle

Confusionario, inutilmente frenetico e con punte di ridicolo involontario, Lucy rappresenta uno dei punti più bassi della carriera di Luc Besson, che qui si limita a mettere in scena con poca convinzione una sceneggiatura pigra e inerte, da cui emergono sporadicamente suggestioni vagamente interessanti ma mal dosate.

Dopo la divertente ma poco riuscita incursione nel gangster movie contaminato con la commedia di Cose Nostre - Malavita (2013), Luc Besson (Leon, Il quinto elemento) torna con Lucy a un tipo di cinema a lui più congeniale, lo stesso che, a inizio carriera, gli valse fama e apprezzamenti all'interno del panorama cinematografico europeo dell'epoca e che lo identificò come una delle nuove promesse nell'ambito del cinema mainstream; in particolare, il regista e produttore francese sembra rifarsi a uno dei suoi titoli di culto, l'iconico e bellissimo Nikita, del 1990. Purtroppo, nonostante le allettanti premesse, l'operazione risulta in linea di massima fallimentare, e il film finisce per aggiungersi all'ormai lunga lista di dimenticabili lavori firmati dal cineasta parigino negli ultimi anni, il quale conferma, inequivocabilmente, la netta parabola discendente della sua filmografia. Nonostante il soggetto, per quanto piuttosto derivativo, potesse avere dei margini di sviluppo tutto sommato interessanti, la confusa e pasticciata sceneggiatura affossa completamente una narrazione che, a partire da un incipit spaesante e incapace di introdurre la vicenda, risulta traballante e poco credibile, per poi perdere progressivamente la bussola a causa di un montaggio eccessivamente frenetico e franare rovinosamente in un terzo atto eccessivo, fracassone e ampiamente oltre la soglia del ridicolo involontario. Il risultato è un film piatto e banale, diretto con mano pigra da un Besson ai minimi storici, che si limita ad una messa in scena livellata sugli standard dei moderni prodotti d'azione statunitensi di bassa lega. Nei pochi momenti in cui finalmente il film sembra acquisire spessore, le suggestioni presenti sono mal dosate o, peggio ancora, veicolate attraverso soluzioni visive e stilistiche assolutamente inadeguate (le scritte che indicano la percentuale di intelligenza utilizzata da Lucy, il didascalico "spiegone" iniziale del personaggio di Morgan Freeman). A completare il non proprio esaltante quadro vi è un cast piuttosto sottotono, in cui spiccano, in questa occasione più per fama che per bravura, una monocorde Scarlett Johansson e uno spaesato Morgan Freeman, entrambi penalizzati da una caratterizzazione dei rispettivi personaggi piuttosto macchiettistica e superficiale. Non mancano alcuni passaggi visivamente intriganti e ben orchestrati, e le scene d'azione, come di consueto nel cinema di Besson, sono girate con impeccabile professionalità e grande senso del ritmo, grazie soprattutto all'innegabile mestiere del navigato regista francese. Si tratta, in ogni caso, di momenti sporadici, purtroppo non sufficienti a risollevare le sorti di un prodotto a cui probabilmente neanche il suo autore credeva più di tanto. Voto: 4,5/10

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