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Get on Up

Regia di Tate Taylor vedi scheda film

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La recensione su Get on Up

di supadany
4 stelle

Il biopic è un porto sicuro, raramente si può combinare un autentico disastro, ma anche una potenziale trappola dato è facile finire imbrigliati in un eccessivo schematismo.

Tate Taylor riesce a dribblare la seconda ipotesi, che tra l’altro aveva caratterizzato il suo successo The Help (2011), ma finisce con il creare un caos controproducente.

In poco più di 130 minuti, racconta la vita di James Brown (Chadwick Boseman), dall’infanzia avara di felicità, al successo smodato, dall’impegno assoluto per raggiungere il traguardo, agli eccessi comportamentali che in modi diversi gli hanno creato problemi con la giustizia, è finito più volte in prigione, gli affetti, le tante mogli, e le amicizie.

Una figura artistica leggendaria e uomo coi suoi problemi.

 

Chadwick Boseman

Get on Up (2014): Chadwick Boseman

  

Se James Brown aveva il ritmo, o meglio il groove, nelle vene, percependo i suoni in un modo unico, Tate Taylor cerca inavvertitamente una costruzione a strappo che danneggia i tempi scenici tanto che raggiungiamo (inutili) record di date in sovraimpressione per ricordarci dove siamo.

Un tormentone deleterio che spezza ogni possibile continuità, una scelta strana anche in virtù del fatto che la storia del personaggio non aveva bisogno di così tanti salti temporali per unire mood discordanti.

Così, se The help era fin troppo ordinato, Tate Taylor spariglia, ma l’effetto è discordante.

E tende troppo anche ad ammiccare, tra gioie e dolori, in più la necessità di aprire una finestra su parecchi elementi porta troppo spesso a produrre semplici abbozzi.

Non sulla musica però, con tante esibizioni e riproposizione di pezzi che conoscono anche le pietre, ma è sempre difficile racchiudere una vita così densa in un lungometraggio; appare evidente che, per un racconto attento e completo, sarebbero in ogni caso serviti il doppio dei minuti, per cui viene facile pensare che una miniserie sarebbe stato luogo più consono per raccontare questa sterminata esistenza, tanto più in questi anni nei quali lo strumento televisivo ha trovato una sua assoluta dignità e spazio sia tra il pubblico che la critica.

Difetti, e discordanze, difficili da accantonare, nonostante Get on up abbia più qualità; la confezione è scintillante, quando viaggia in classe A Hollywood difficilmente fa cilecca (già la trasferta in Vietnam è da grande scuola), e Chadwick Boseman, fresco di 42, un altro biopic, è energia pura oltre che convincente anche dal punto di vista della recitazione.

Un film che fatica tremendamente a costruirsi proprio per come è concepito, una bocciatura è un giudizio pesante visto che ci sono svariati momenti importanti, a partire dal confronto con i Rolling Stone, e Mick Jagger produce, anche se in buona parte tagliato (si trova comunque negli extra del bluray), ma quando si raccontano storie così importanti, e attese, ogni singolo errore, o sbavatura, rischia di gravare maggiormente sul risultato finale.

Tutt’altro che sconsigliato, anche se il rischio di sentirsi trascinati, per non dire scaraventati, da un capo all’altro della vicenda è quanto mai presente.   

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