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Giovani si diventa

Regia di Noah Baumbach vedi scheda film

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La recensione su Giovani si diventa

di Baliverna
6 stelle

Tre coppie a confronto, tra mode, manie, vinzione e verità.

Discreta commedia, che mette parecchia carne al fuoco, ma non riesce a sviluppare bene i molti argomenti toccati. In generale, cerca di riflettere sulla mania dei 45enni di sembrare sempre giovani, perché sentono più che mai gli anni che passano; scimiottando i 25enni, però, possono fare anche magre figure. Inoltre, si ravvisa anche il tema della furbizia e dell'opportunismo di certi giovani (ma ne son sempre esistiti...) che sulle prima sembrano brillanti ed autentici, oltre che altruisti. Però sotto la patina dell'energia, del buon umore, della versatilità a volte si nasconde la finzione e la scaltrezza.
Poi la pellicola tira in ballo anche l'argomento della maternità che viene differita finché non è troppo tardi, per poi piangerci sopra lacrime amare; poi i rapporti tra le coppie, il senso del successo, l'invidia e alcune altre cosette. Il frullato funziona abbastanza, ma rimane un po' troppo in superficie e non incide veramente. A momenti, tuttavia, si respira aria di Woody Allen.
Ho trovato divertente la sequenza alternata dell'inizio, dove vediamo i giovani amare il demodè (tra cui "L'ululato" di Joe Dante in VHS), e quelli di mezza età abbuffarsi di tecnologia; divertente anche la descrizione che emerge a poco a poco di un documentario immaginario, il quale però non potrebbe essere che di una noia mortale.
Una cantonata, però, ho trovato l'episodio dello sciamano, con sequenze noiose e tutti che vomitano in continuazione.
Insomma, una commediola che ha qualcosa da dire e che graffia un po', abbastanza intelligente ma senza andare troppo nel profondo.Discreta commedia, che mette parecchia carne al fuoco, ma non riesce a sviluppare bene i molti argomenti toccati. In generale, cerca di riflettere sulla mania dei 45enni di sembrare sempre giovani, perché sentono più che mai gli anni che passano; scimiottando i 25enni, però, possono fare anche magre figure. Inoltre, si ravvisa anche il tema della furbizia e dell'opportunismo di certi giovani (ma ne son sempre esistiti...) che sulle prima sembrano brillanti ed autentici, oltre che altruisti. Però sotto la patina dell'energia, del buon umore, della versatilità a volte si nasconde la finzione e la scaltrezza. Poi la pellicola tira in ballo anche l'argomento della maternità che viene differita finché non è troppo tardi, per poi piangerci sopra lacrime amare; poi i rapporti tra le coppie, il senso del successo, l'invidia e alcune altre cosette. Il frullato funziona abbastanza, ma rimane un po' troppo in superficie e non incide veramente. A momenti, tuttavia, si respira aria di Woody Allen. Ho trovato divertente la sequenza alternata dell'inizio, dove vediamo i giovani amare il demodè (tra cui "L'ululato" di Joe Dante in VHS), e quelli di mezza età abbuffarsi di tecnologia; divertente anche la descrizione che emerge a poco a poco di un documentario immaginario, il quale però non potrebbe essere che di una noia mortale. Una cantonata, però, ho trovato l'episodio dello sciamano, con sequenze noiose e tutti che vomitano in continuazione. Insomma, una commediola che ha qualcosa da dire e che graffia un po', abbastanza intelligente ma senza andare troppo nel profondo.

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