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Giovani si diventa

Regia di Noah Baumbach vedi scheda film

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La recensione su Giovani si diventa

di mc 5
10 stelle

Ricordo che quando cominciò a circolare il trailer mi piacque subito, scattò una simpatia a prima vista. Poi, appena uscito, ne lessi solo recensioni positive. Visione obbligatoria, dunque. E sapete che vi dico? Il risultato finale ha superato le già mie rosee aspettative. Il film è costruito secondo criteri di assoluta finezza ed intelligenza. Sottile e dotato di un acume straordinario. Qualcuno -stando ai dati promozionali in proprio possesso- potrebbe però equivocare attribuendogli la patente di Commedia Nerd. Per niente. Sarebbe stata una soluzione troppo banale fosse stato così, ciò che avrebbe combinato con ogni probabilità quello sciagurato di Judd Apatow (magari col pessimo Jason Segel o col sopravvalutatissimo Seth Rogen), insomma qui per fortuna lo sguardo non è quello ipocrita-cinico-cattolico-finto anarchico di Apatow, ma quello sostanzialmente buono, ingenuo, generoso, umanissimo del regista newyorkese Noah Baumbach, che affida la sua visuale agli occhi buoni del bambinone Ben Stiller, il quale deve fare i conti col cinismo di certi giovani artisti che antepongono la loro affermazione personale a qualunque sentimento od affetto. E l'ottica del regista si sposa certo con la delusione e la dolente deriva malinconica della (mia adorata) coppia protagonista (uno Stiller in piena forma e una Naomi Watts pressochè perfetta). Il sapore è quello -forte e chiaro- di un prodotto indipendente a basso budget senza espedienti spettacolari ma basato su una sceneggiatura strepitosa che oltretutto può contare sia su dialoghi super brillanti (il film è alquanto verboso ma in senso assai piacevole) sia sulla presenza di una schiera di ruoli secondari affidati a bravissimi professionisti, il che permette allo spettatore di empatizzare fin da subito con la vicenda e con lo sfondo (fondamentale!) della New York degli artisti e dei creativi, spesso squattrinati e in qualche caso geniali. Chiedo scusa se ripeto un concetto ma ci tengo. Apatow cerca (e mostra) il ghigno cinico e beffardo di chi non crede in niente ma poi alla fine fa cadere la maschera e si mostra bravo cattolico americano. Lo spirito che anima questo film è quasi opposto: Stiller e la Watts sono due coniugi americani 44enni che guardano in faccia per la prima volta la realtà delle loro vite, stimolati dalla conoscenza fatta con una coppia di giovani artisti che dietro una patina colorata e genialoide nascondono apatia e cinismo, vuoto pneumatico di passioni e di dee, sostituiti da furbizia e opportunismo, questi ultimi però abilmente lasciati in sottotraccia. Magari ci sarà anche una parte di pubblico che simpatizza con quei due giovani hipster, non c'è mica nulla di male, in fondo sono dei simpatici svitati, ma io ho solidarizzato totalmente con la coppia protagonista, non riesco ad avere alcuna famigliarità con la furbizia e col cinismo, per quanto abbiano una maschera colorata e brillante. La vicenda è presto detta. Una coppia di 44enni (lui regista e autore, lei produttrice) la cui vita è un po' "ristagnante", e trovano una linfa rivitalizzante nell'incontro con due ragazzi (altra coppia) che pare viva di creatività, genio e sorpresa. I fatti -impietosamente- ne smaschereranno l'idiota cinismo e il bieco calcolo che sta dietro ogni loro mossa. Il tutto su uno sfondo ricostruito con cura, quello di una New York di autori, documentaristi, spiriti creativi. Tanti i richiami alla storia del cinema e ai suoi eroi di riferimento (Godard in primis). Impagabile la figura di un anziano teorico marxista pallosissimo che straparla di cinema in documentari sfiancanti. Il cast è assemblato con cura e l'interazione tra le due coppie è azzeccatissima. Ben Stiller dopo averlo visto sublime in "Walter Mitty" ora lo aspetto sempre con grandi aspettative, che qui sono state ampiamente ripagate (e se ogni tanto ci infila qualche Notte Al Museo, niente di male, bisogna pur mangiare). Naomi Watts stupefacente per bravura e ricchezza di sfumature. Adam Driver svagato e stronzo come si conviene, aderisce al ruolo con precisione. E infine Amanda Seyfried, attrice che -sinceramente- non mi è quasi mai piaciuta ma che qui ci mette l'anima per interpretare (alla perfezione!) questo ruolo da sciocchina e scemotta che si vende come geniale: lei è la tipa che sa sempre fare la cosa giusta ma in realtà è una poveraccia. Un film che è un gioiellino di purezza dotato di sguardo sincero e coraggioso nei sentimenti.

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