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Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza

Regia di Roy Andersson vedi scheda film

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La recensione su Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza

di fratellicapone
5 stelle

...il piccione riflette più sull'esistenza degli uomini che su quella dei piccioni! Film lento, difficile ma che riesce a ipnotizzarti fino alla fine....

Sono incappato in questo film cercando qualcosa di interessante su raiplay. Il titolo mi ha incuriosito ma non conoscevo niente del regista, come spesso mi accade perché mi piace vedere un film senza troppo indagare su chi l’ha fatto e sulle sue precedenti realizzazioni.

E’ un film a suo modo singolare, anzi non a suo modo ma proprio singolare. Ha un che di ipnotico che riesce a superare la lentezza e la staticità di tutta l’operazione costringendoti a non poter lasciare la visione, sempreché non arrivi una botta di sonno a superare le migliori intenzioni.

E’ un film assolutamente originale e a suo modo visionario con aspetti comici nella loro drammaticità.

L’incipit del film con i tre brevi incontri con la morte sono assolutamente imperdibili e, in particolare, il terzo quello del morto nel ristorante della nave dove il problema non è più il morto ma che fare del vassoio di cibo già pagato e lasciato senza consumarlo per la morte improvvisa.

Il legame, invero esile, tra tutte le storie successive sono due strani e depressi e deprimenti personaggi che vendono articoli per feste. In realtà vendono solo tre oggetti, i denti “lunghi” da vampiro, il palloncino che ride e la maschera di un vecchio. Propongono senza convinzione e senza speranza questi articoli e si trascinano per tutto il film. La particolarità del film e della sua sceneggiatura è che non è un continuo ma si compone di numerose scene, più o meno lunghe, che sembrano autosufficienti, quasi come se ciascuno fosse un corto. L’ambientazione è quasi sempre teatrale, in ambienti chiusi e con mdp ferma che inquadra la scena statica e in cui si muovono, invero molto poco, i personaggi. Gli ambienti richiamano un’epoca del socialismo reale, ambienti spogli, anonimi, colori spenti, figure presenti ma come se non ci fossero e anche figure sullo sfondo, magari in scorci di ambienti dietro la scena principale che continuano a fare le loro cose. Spesso, in particolare la scena del re che entra nel bar con il suo seguito mentre fuori sfila l’esercito ce va in battaglia, sembra la sutura tra epoche diverse. La scena e lo sfondo è contemporaneo, il re, le divise e tutto il resto è di almeno un secolo prima. Queste stranezze lungi dal disturbarmi mi hanno ancor più incuriosito aumentando questo effetto tra il sogno e il visionario che, per me, è la principale cifra del film.

Che riflessioni posso fare insieme al piccione? Sicuramente la vita, in base al film, sembra una cosa desolata fatta di solitudini e anche cattiveria. Alcune scene sono assolutamente allucinanti come quella della scimmia su cui fanno esperimenti inutili mentre la scienziata conversa amabilmente al telefono dei fatti suoi. Oppure, ancor di più, l’enorme tamburo metallico ruotante in cui fanno entrare decine di persone e poi accendono il fuoco.

Un film difficile, lento, duro da seguire ma che, comunque ti porta fino alla fine se ti lasci un po’ prendere.

scena

Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza (2014): scena

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Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza (2014): scena

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