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Amore, cucina e curry

Regia di Lasse Hallström vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Amore, cucina e curry

di ethan
6 stelle

Una famiglia indiana, i Kadam, dedita alla ristorazione, causa una sommossa nel suo paese, dove perde la vita la donna di casa, si trasferisce in Europa, dove inizia a vagare in cerca di una meta consona alle proprie aspettative, trovando finalmente in un paesino francese, anche per il frutto del caso, l'habitat ideale per aprire una attività: peccato però che il casolare da loro acquistato sia proprio a circa trenta metri - da cui deriva il titolo originale 'The Hundred-Foot Journey' - da un ristorante che ha una stella Michelin ed è gestito dalla severa Madame Mallory (Helen Mirren), che arriverà presto allo scontro etnico-culinario con gli indiani, capeggiati dal patriarca (Om Puri), mlto determinato a far valere la sua cucina ricca di tradizioni.

'The Hundred-Foot Journey' - è meglio soprassedere sul titolo italiano che, tanto per restare in tema è decisamente indigesto - parte con il piede giusto, grazie alla sapiente direzione di Lasse Hallstrom, regista per tutte le stagioni, che dà un ritmo scanzonato a questa che è inizialmente una commedia sull'integrazione tra popoli che passa attraverso l'arte della cucina, vista nella diatriba tra le due forti personalità contrapposte, ma poi, a metà percorso, vira verso un dramma dolciastro dove i tramonti stellati fanno capolino un po' troppe volte e la storia si concentra su un altro personaggio, Hassan (Manish Dayal), chef indiano in ascesa inarrestabile, che prima, passato alle dipendenze di Madame Mallory, le fa guadagnare una seconda stella, e dopo diventa una star nei più importanti ristoranti, perdendo però la sua identità d'origine, che lo vedrà infine a tornare alle sue origini, intessendo anche un'improbabile stori(ell)a con un'amica-rivale ai fornelli, la bella Marguerite (Charlotte Le Brun).

Il film poteva essere di certo migliore ma l'influenza della co-produzione Touchstone e Dreamworks, sotto l'egida di Spielberg, hanno fatto si che l'esito sia un prodotto un po' spurio ed ondivago, costruito artatamente per soddisfare un pubblico il più vasto possibile. 

Ottimi Helen Mirren nella parte della 'tirannica' maitre, anche se è quantomeno stravagante fare interpretare un personaggio che incarna la francesità tout court da un'attrice così irrimediabilmente britannica, Om Puri nel suo contraltare indiano, tenace ed ostinato patriarca e Michel Blanc, sindaco del paesino che cerca di venire a patti con entrambi gli schieramenti.

Voto: 6,5.

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