Espandi menu
cerca
Leviathan

Regia di Andrej Zvyagintsev vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Captain_Mike

Captain_Mike

Iscritto dall'8 maggio 2015 Vai al suo profilo
  • Seguaci 3
  • Post -
  • Recensioni 12
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Leviathan

di Captain_Mike
8 stelle

Molto spesso i titoli sono solo un accenno, un suggerimento vago o soltanto allusivo rispetto a quello che il film andrà a raccontare, perchè il titolo deve innanzitutto attrarre o incuriosire, senza poi rivelare chissà che. Con Leviathan invece ci si trova davanti ad un titolo prepotente,altisonante nei suoi richiami biblici, e che incute anche un certo timore. Un titolo che rispecchia a pieno la complessa opera di Andrey Zvyagintsev, un film che nel suo ritmo estremamente lento e dilatato mette in scena un dramma familiare, le cui vicende personali finiscono inevitabilmente per assumere i connotati della tragedia universale. La difficile realtà del piccolo villaggio russo in cui il film è ambientato fa da sfondo a una riflessione esistenziale sulla vita e la natura umana con un realismo cupo e spietato, crudele, ma estremamente obiettivo. Da qui il titolo Leviathan,leviatani, i feroci mostri citati nel Vecchio Testamento, simbolo del caos primordiale, della forza senza controllo, ma soprattutto espressione del volere divino che il regista usa come allegoria e simbolo della condizione umana.

La vicenda di Nikolai rappresenta quanto possa essere drammatica e ingiusta l'esistenza di un singolo individuo, che qui vede un modesto padre di famiglia cercare di difendere la propria casa e il proprio passato dalla corruzione delle amministrazioni cittadine che gliela vogliono abbattere. Situazione resa ancor più difficile e complessa dai rapporti tesi di una situazione familiare precaria: il difficile rapporto con il figlio, e la relazione con la compagna, donna più giovane di lui, imprigionata dall' esistenza grigia della vita di provincia. La lotta contro il potere, l'ingiustizia, l'assenza totale di valori in una società che ancora fa i conti con le macerie del comunismo con la mente annebbiata dall'alcool e dal vizio è una lotta persa in partenza, e Nikolai rappresenta il classico uomo solo contro un sistema spietato che non esita a divorarti alla minima esitazione.

Tanto più che in una società dagli equilibri precari non ci si può più fidare nemmeno delle persone care. I sedicenti amici che ti tradiscono, ti deludono, senza dare una spiegazione, e fuggono, perchè il peso della colpa è troppo grande. Nella sua tragica realtà tutto in questo film è privo di un senso,di un perchè, eppure è reale, perchè molto spesso non c'è nulla da spiegare.

La vastità della natura, aspra, primordiale, che il regista ci regala in tutta la sua bellezza con abbondante profondità di campo, rivela l'uomo come piccola figura in un mondo troppo grande e troppo misterioso oltre che crudele. L'epilogo finale indica come non vi sia salvezza alcuna, nemmeno ricercandola nella spiritualità. Dio nel mondo di Nikolai non è altro che una presenza silenziosa, un dipinto in una chiesa, la rappresentazione del caos, della potenza divina, non della compassione.

Film che dibatte su molte tematiche, condivisibili e non, ma lo fa con uno stile visivo/emotivo eccezzionale

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati