Regia di Michael R. Roskam vedi scheda film
Thriller ben fatto, con personaggi memorabili ed una tensione ben centellinata, grazie ad una sceneggiatura fantastica ed una regia che la asseconda benissimo. Straordinario Tom Hardy. Ultima interpretazione di Gandolfini.
Interessante thriller, che trae dalla scrittura dell’esperto Dennis Lehane una suspense pressoché continua. Sembra di stare seduti su una polveriera, nonostante di fatto non accada nulla di clamoroso: la sceneggiatura vive di accumuli, con informazioni, dettagli e elementi che si affastellano progressivamente, fino a giungere ad un finale in cui tutto esplode. Scrittura pressoché perfetta, ma anche casting ben organizzato. James Gandolfini, al suo ultimo film prima della prematura scomparsa, interpreta un doppiogiochista memorabile, Tom Hardy, suo cugino e socio in affari nel drop bar preso di mira dalla mala cecena, è una sfinge che cela un bel po’ di fuoco sotto la cenere.
Un thriller che funziona, è evidente fin da subito. Perché anche la regia accompagna con dovizia i ritmi sincopati ma inesorabili di una vicenda apparentemente convenzionale, ma che si rivelerà piuttosto complessa, così ricca di misteriosi e cupi pregressi. Un numero di personaggi molto vario aiuta a tenere alta la tensione e il dubbio, i continui rimandi a vita e morte, a sacro e profano colorano le ambientazioni di misteriose allegorie. Film sorprendente e godibile, tra i migliori thriller degli ultimi tempi, di cui rimane soprattutto la magnetica interpretazione di un fantastico Tom Hardy, in ruolo ricco di eccessi: serafico o violentissimo, gentile con gli indifesi spietato coi prepotenti, uomo giusto, quasi un dio in terra più vicino ad un eroe western che ad un ex delinquente redento. Il suo personaggio, Bob Saginowski, conosce bene la violenza e (per questo) la adopera con maniacale precisione, centellinandola con cura.
Il film riesce così bene che è uno dei rari casi in cui da esso viene tratto il racconto “The drop”, dello stesso Lehane.
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