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The Interview

Regia di Evan Goldberg, Seth Rogen vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Interview

di mm40
4 stelle

Il conduttore di un talk show di giornalismo-spazzatura e il suo produttore, venendo a sapere che Kim Jong-Un è un loro accanito seguace, provano a chiedere al dittatore nordcoreano un'intervista. Accordata, ma ci sono due problemi: la coppia dovrà recarsi in Corea del nord e sottoporsi allo stretto regime militare del luogo; nel frattempo, inoltre, la Cia chiede ai due di uccidere il tiranno.

 

Chiedersi se The interview sia pro o contro Kim Jong-Un è del tutto fuori luogo; il dittatore - e lo stesso concetto di dittatura, nonchè l'effettiva situazione politica mondiale - non ha e non hanno alcuno spazio concreto all'interno del film, che è piuttosto una buffa spy story moderna con innesti di politicamente scorretto e lieto fine d'ordinanza. Naturalmente la Corea del nord lo ha osteggiato e criticato negativamente con tutte le sue forze, così come era inevitabile aspettarsi qualche altro tipo di ritorsione (fortunatamente pare ci si sia limitati a piccole ripicche informatiche); ma immaginarsi un Kim Jong-Un diverso, filtrato attraverso gli occhi degli americani, era oggettivamente difficile. E gli sceneggiatori (cioè la coppia di registi, Seth Rogen ed Evan Goldberg, più Dan Sterling) non brillano di sicuro nè per il loro acuto sguardo sociologico, nè tantomeno per l'impostazione politica delle loro opere: pertanto non si poteva comunque chiedere altro. The interview è nel suo complesso una commedia (anche) intelligente, che tenta di svecchiare certi luoghi comuni del genere, affrancandosi al tempo stesso dal demenziale puro con qualche modesta pretesa di ambientazione storica ben radicata: cosa che potrebbe renderla datata molto velocemente. "Cotta e mangiata" ha però le sue ragioni di esistere, sebbene l'americanismo si nasconda ovunque, e non lo faccia neppure granchè bene: basta la sola idea dell'annientamento spettacolare e incontrovertibile del 'nemico' nel finale a spiegare tanto della psicologia yankee. Rogen e James Franco sono assolutamente spassosi, così come funziona il dittatore Randall Park (in verità non troppo somigliante al leader coreano); il cast annovera inoltre le bellone di turno Diana Bang e Lizzy Caplan, e poi ancora Reese Alexander, Timothy Simons e un gustoso cameo di Eminem in apertura. Effetti speciali un po' invadenti, dato il genere di opera, ma - per tornare al punto - that's America. Non sono cattivi, sono solo un po' fracassoni. E goffi. E nazionalisti in maniera talvolta preoccupante. 4/10.

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