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Tusk

Regia di Kevin Smith vedi scheda film

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La recensione su Tusk

di Heisenberg
7 stelle

Comedy-horror che unisce i peggiori "Scary movie" a "The human centipede" ad un sempre più agghindato Johnny Depp e sinceramente il folle mix orchestrato da Kevin Smith non dispiace. Rimanendo nella sua dimensione di nonsense e senza prendersi troppo sul serio, strizza l'occhio alle teorie di Hobbes: "homo homini trichecus"

 

Justin Long, Michael Parks

Tusk (2014): Justin Long, Michael Parks

Tusk è l'undicesima fatica registica di Kevin Smith e per me rappresenta il primo incontro con questo atipico regista. Infatti, girovagando un po' nel web, ho scoperto su di lui che è molto abile a creare atmosfere e situazioni surreali e a unire generi anche molto diversi tra loro ed è proprio ciò che fa all'interno di Tusk.

 

LA SCENEGGIATURA

Devo essere sincero dopo appena cinque minuti ho avuto la tentazione di chiudere e cercare qualcos'altro da guardare. Quando ho visto la scena in cui Wallace e Teddy, i due podcaster protagonisti, prendevano in giro Kill Bill Kid, un ragazzo diventato virale per un video in cui si amputa per sbaglio una gamba con una katana; ho creduto di trovarmi di fronte ad una di quelle commedie macabre e senza senso a metà tra "American pie" e i peggiori "Scary movie".

E invece la mia perseveranza è stata premiata; infatti, dopo una prima parte comedy piena di battute sui gas intestinali e sul Canada (a essere sinceri, alcune di infima qualità), Smith ci sbatte in un vero e proprio film horror ricalcando un po' le orme di film come "The human centipede", pur senza abbandonare il lato comico e la sua vena di nonsense. Entra infatti in scena la figura di Howard Howe, un misterioso e bizzarro veterano costretto su di una sedia a rotelle, che durante la guerra è sfuggito alla morte solo grazie alla protezione offertagli da un tricheco e proprio con questo personaggio subentrano tutta l'assurdità e la genialità di Smith. Un altro personaggio decisamente assurdo è il detective canadese Guy Lapointe, interpretato dall' eclettico e sempre più agghindato Johnny Depp.

 

Paragonerei questa pellicola a una di quelle pozzanghere traditrici alla Fantozzi: è molto più profondo di quanto sembri. Ora non vorrei tirare in ballo maestri della filosofia a sproposito, ma attraverso le parole del folle Howard si può ritrovare una concezione dell'umanità tipica della dottrina di Hobbes, che paragonava l'uomo al lupo, privo di buoni sentimenti e pronto anche a sbranare i suoi simili all'occorrenza ("l'uomo è un animale cattivo, è molto meglio essere un tricheco", "l'umanità è come un oceano di merda").

Troviamo anche una critica al decadimento del web e all'intrattenimento di internet, pronto a infiltrarsi nelle vite degli altri e a parlare ossessivamente per settimane di ragazzini morti; tanto insensibile da arrivare perfino a ridere delle tragedie altrui.

 

Justin Long

Tusk (2014): Justin Long

LA REGIA

Dal punto di vista registico c'è poco da dire, se non che il film si protrae forse troppo a lungo, con alcune parti tranquillamente eliminabili, scaturite probabilmente dalla follia di Smith. Un esempio di ciò sono i monologhi Ally oppure il flashback di Lapointe.

Un altro punto a sfavore sono i flashback in bianco e nero di Howe, che pur essendo suggestivi sono realizzati in modo molto approssimativo; forse qui la colpa risiede anche nel budget limitato, che sembra comunque ben speso per costumi e amke-up.

Personalmente credo che Smith abbia raggiunto il suo scopo principale cioè far pensare allo spettatore che si trova davanti allo schermo "ma cosa sto guardando?"

 

GLI ATTORI

GENESIS RODRIGUEZ: nonostante abbia trovato fuoriluogo  e inutili ai fini della storia i suoi monologhi, lei risulta convincente 

JUSTIN LONG: pure lui se la cava bene, anche se per quasi mezzo film non fa altro che mugugnare all'interno di un costume da tricheco

JOHNNY DEPP: si trova a suo agio a interpretare uno dei personaggi più emblematici e trash dell'intero film; anche se può sorgere il dubbio che ormai sia rimasto vittima di sè stesso e che senza una parrucca e uno strano cappello si senta perso.

MICHAEL PARKS: è lui che si carica sulle spalle il peso del film, con la sua interpretazione sopra le righe, io personalmente l'ho trovato eccezionale.

 

In definitiva "Tusk" è un comedy-horror che non mi sento di consigliare nè agli amanti della commedia, che desiderano solo farsi un' oretta e mezza di risate, nè ai puristi dell' horror che cercano in un film esclusivamente la paura, il sangue e gli zombie dietro alle porte; ritengo infatti che in entrambi i casi rimarreste delusi. Si addice decisamente di più ad un pubblico di onnivori, in particolare agli amanti del trash e del nonsense.

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