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La soldatessa alle grandi manovre

Regia di Nando Cicero vedi scheda film

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La recensione su La soldatessa alle grandi manovre

di solerosso82
4 stelle

L’ufficiale medico Eva Marini (Edwige Fenech) è inviata a studiare i comportamenti sessuali dei soldati, in un campo di addestramento dell’entroterra siciliano. Nonostante i metodi inflessibili, cederà ancora ai corteggiamenti di un’affascinante recluta (Michele Gammino).

Ultimo capitolo della trilogia ideata da Francesco Milizia e Nando Cicero, tra sexy-spogliarelli, scosciate e topless da urlo della splendida Edwige, sexy anche da vestita sui suoi tacchi-18 in laccetti fetish di pelle nera e camice bianco che mostra tutto quel che deve essere mostrato. Per il resto, collaudato canovaccio pecoreccio-goliardico da caserma, senza limite al cattivo gusto, esasperazione di depravazioni sessuali, scatologiche e onaniste.

Riecco quindi i protagonisti del film precedente, con il riconfermato Gammino, il ritorno sulla scena di Gianfranco D’Angelo (escluso ne La soldatessa alla visita militare) e la new-entry Lino Banfi, nella parte del prete del paesello.

Se la visita militare era stato avaro di nudi, qui i fan della bella Edwige possono gioire, con ben tre spogliarelli curati nei dettagli. Il primo, attraverso uno specchio-trasparente allestito dal Sergente (Renzo Ozzano) nella stanza della dottoressa, a cui assiste in estasi l’intero plotone; un secondo, con protagonista il colonnello (Renzo Montagnani); l’ultimo, spiato di nascosto da Gammino, con tanto di slippino trasparente. Per il resto ricicla sketches già visti, dalla fiammata col culo di Alvaro alle ossessioni trav/omosessuali del colonnello, alle folli amputazioni di D’Angelo (quasi ai limiti del raccapricciante, quando stacca un molare, con l’aiuto di Nino Terzo, a un immobilizzato Lucio Montanaro).

Il bel Gammino, dopo un lunga serie di corteggiamenti, conquista (con tanto di zuffa) la procace dottoressa, con cui si sollazza in piacevoli palpate ai generosi seni e al tondo fondoschiena. Il film di Cicero, nonostante una spinta sexy-voyeuristica più decisa che in precedenza, non riesce a raggiungere le vette di erotismo psichedelico e surreale del primo distretto militare.

Cameo del caratterista Salvatore Baccaro. Piccola parte per Rita di Lernia, selvaggia ninfomane.

Una curiosità: la Fenech riprende il ruolo di Eva Marini del secondo film, mentre tutti gli altri personaggi hanno nomi diversi.

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