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Men, Women & Children

Regia di Jason Reitman vedi scheda film

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Julia1994

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La recensione su Men, Women & Children

di Julia1994
6 stelle

Possibile che una cosa nata per facilitare la comunicazione, abbia l'effetto opposto? 
I media, specialmente i social, nati per collegare le persone lontane su un piano spaziale e possibilmente temporale (basti pensare alle telefonate via skype con parenti o amici che non condividono il nostro stesso fuso), allontanano le persone che condividono la stessa stanza, o addirittura lo stesso letto.
Benché questo sia abbastanza chiaro (guardiamoci intorno sulla metro; in fila alla posta; sulla strada verso scuola: siamo davvero sempre connessi!), abbiamo il coraggio di ammetterlo?
Oggi esistono siti che ci consentono di abbattere ogni tipo di confine, di conoscere quello che è lontano e di interessarci di sempre più argomenti: come cambia questo le relazioni con le persone con cui condividiamo la quotidianità?

Men Women & Children prova a rispondere a queste domande, dimostrando come la comunicazione mediale, benché rappresenti un traguardo grandioso per l'umanità, metta anche in serio pericolo la vita di tutti i giorni.
Vengono analizzati i diversi rapporti con il mondo informatico di diverse "categorie" di personaggi: coppie sposate che piuttosto che parlare, quando sono insieme, giocano a scarabeo, collegati dai tablet, costretti dunque a cercare proprio su siti specializzati un partner; una madre che gestisce un sito in cui la figlia adolescente posa come modella di intimo; un'altra che tenta di controllare in maniera maniacale l'attività svolta dalla figlia sui social; un ragazzo di quindici anni che, navigando su siti porno da anni, è ormai abituato a tutto; una giovane che visita siti proana pur di rientrare nel canone di bellezza imposto dalla società; un campione sportivo che, piuttosto che concentrarsi sul football preferisce passare le giornate davanti allo schermo.

Fondamentali sono poi tematiche come la ricerca ossessiva del successo, e trame di gelosie e invidie che coinvolgono madri e figlie, ma anche compagne di classe. 

"Davvero ci stiamo riducendo a questo?" mi domando.

Certo, nel film (tratto dal romanzo omonimo del 2011 di Kultgen), forse la mano è un po' troppo calcata: i personaggi sono bene o male tutti collegati tra loro, e sarebbe da sciocchi pensare che tutto questo "torbido", più o meno grave, si concentri in così poco spazio.
Ma allargando lo sguardo, ipotizzando che non si concentri tutto nello stesso quartiere, mi chiedo se davvero ci siano o meno esagerazioni.
E accendendo la tv, sbirciando in rete, ascoltando l'attualità...temo proprio di no.

 

 

In Men, Women & Children, se posso trovare un difetto, è proprio questo della mancanza di misura e limiti: allontanando tra loro i vari protagonisti, o descrivendo un numero minore di storie, sarebbe certamente risultato più realistico.
Per il resto, la regia di Reitman punta molto sulla dipendenza da media: numerose sono le inquadrature in cui, accanto o sopra ai vari personaggi che fanno esperienze "reali" vediamo le schermate di pc o cellulari, e quindi veniamo anche a conoscenza delle esperienze "mediali". 
La sceneggiatura è molto contenuta: sempre Reitman, questa volta con l'ausilio di Wilson, fanno in modo che i dialoghi siano ridotti all'osso: è più importante la comunicazione non verbale.
C'è una narrazione esterna però, che ci spiega il progredire delle vicende.

Gli attori (si affiancano a volti noti come quello di Adam Sandler e di Jennifer Garner, attori meno conosciuti, ma non per questo meno bravi) sono ben inseriti nella parte. E' evidente il senso di isolamento da ciò che li circonda, e la maggiore attenzione data invece a schermate e mezzi di comunicazione.

Molto belle anche le location, per quanto possano sembrare poco funzionali.

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