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Il sipario strappato

Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film

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La recensione su Il sipario strappato

di munnyedwards
5 stelle

 

All’inizio degli anni ’60 Hitchcock era considerato il più grande regista vivente, la sua popolarità aveva raggiunto livelli senza precedenti soprattutto grazie alla serie televisiva Hitchcock Presenta, e l’uscita di Psyco (1960) e Gli uccelli (1963) non fece altro che consolidare questo indiscutibile primato.

Tuttavia la seconda parte di questa decade non fu altrettanto fortunata, Marnie (insuccesso clamoroso), Il sipario strappato e sopratutto Topaz mettono in evidenza un netto calo qualitativo nell’opera del Maestro, il cinema americano si preparava al cambiamento (la nascita della New Hollywood) e anche un grande come Hitch segnava irrimediabilmente il passo.

Il sipario strappato si inserisce in un genere che in quel periodo andava per la maggiore, i film di spionaggio complice il successo del primo 007 firmato Terence Young e interpretato da un dinamico Sean Connery tiravano parecchio e anche Hitch decise di seguire quest’onda fortunata.

La spy-story per lui non erano di certo una novità, da precursore quale era aveva già affrontato questo tema in film di grande successo come Intrigo Internazionale e L’uomo che sapeva troppo (nonché in molti altri) ma stavolta era necessario un cambiamento, bisognava modernizzare il tema rendendo la storia più attuale, più fresca, più adatta ad un pubblico che stava mutando.

 

locandina

Il sipario strappato (1966): locandina

 

E invece è proprio da questo punto di vista che il film fallisce clamorosamente, un confronto immediato con il capostipite della serie di James Bond nemmeno si pone, il film di Hitchcock sembra per messa in scena e ritmo di almeno dieci anni più vecchio, mentre invece è stato girato ben quattro anni dopo.

In piena Guerra Fredda il fisico americano Armstrong (Paul Newman) decide di mettere le sue scoperte al servizio della Germania comunista, la sua fidanzata ed assistente (Julie Andrews) lo segue oltre cortina scoprendo le vere intenzioni dello scienziato, che sono quelle di rubare una formula segreta ai tedeschi.

La storia nel suo complesso è banale e poco dinamica, probabilmente in mano ad un altro regista ne sarebbe uscita fuori una vera schifezza, Hitchcock grazie al suo talento registico evita tutto questo ma non riesce a salvare completamente il film, che alterna buoni momenti ad altri decisamente poco riusciti (la lunga sequenza sul bus per esempio).

Nelle più di due ore di proiezione (troppe davvero) assistiamo alle peripezie di questo scienziato che si improvvisa spia, Paul Newman si muove a disagio nelle vesti di Armstrong e di certo non lo aiuta la piatta sceneggiatura di Brian Moore, vero punto debole del film.

Per fortuna Hitch non perde il suo tocco magico e grazie ad alcune scene veramente ben girate risolleva un po’ le sorti della pellicola, senza dubbio notevole la parte dove viene uccisa la guardia del corpo dello scienziato, girata in assenza di musica (anche se il fedele Herrmann aveva composto una buona partitura) in una isolata casa di campagna.

 

Paul Newman, Julie Andrews

Il sipario strappato (1966): Paul Newman, Julie Andrews

 

Paul Newman, Julie Andrews

Il sipario strappato (1966): Paul Newman, Julie Andrews

 

Buona anche quella autocitazionista nel teatro (L’uomo che sapeva troppo), il regista crea abilmente un clima di grande tensione accerchiando i protagonisti e mettendoli in una situazione che sembra senza uscita, la trovata risolutrice risulta inverosimile ma di sicuro effetto.

Meritano infine una segnalazione particolare due personaggi secondari che nell’economia del film risultano molto importanti, in chiave ironica funziona molto bene la ballerina classica interpretata da Tamara Tumanova (perseguita i due protagonisti con un accanimento sospetto), mentre in versione drammatica colpisce il destino della contessa polacca di Lila Kedrova alla disperata ricerca di uno sponsor per raggiungere l’America.

Hitchcock fa la sua classica apparizione ad inizio film nella hall dell’albergo danese, tiene in braccio un bambino troppo pesante che sposta, per darsi sollievo, da una gamba all’altra.

Nel famoso libro intervista Il cinema secondo Hitchcock di Truffaut, si fa riferimento ad una scena tagliata che vedeva protagonista il fratello gemello della guardia del corpo Gromek, uccisa da Newman nella casa di campagna, questa scena fu tagliata perché Hitch non riteneva convincente la prova dell’attore americano (troppo devoto ad una recitazione da Actor Studios) e perché avrebbe allungato di molto il film, già lungo di suo, Hitch nell'intervista dice di voler regalare lo spezzone a Truffaut il quale tutto contento promette di metterlo a disposizione della Cinémathéque Francaise.

Chissà se le cose sono poi andate cosi e se questa scena inedita si può vedere da qualche parte.

Voto: 6

 

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