Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Tutto sommato deludente, almeno secondo me, nonostante buoni spunti e soprattutto l'inizio molto interessante (in particolare per me, in quanto il protagonista è uno scrittore che non riesce a sfondare perché scrive solo racconti, senza riuscire ad arrivare al romanzo). La vicenda è incentrata sul difficile ma particolare legame di amore-odio con il padre famoso, scrittore di sceneggiature generalmente (o apparentemente) dozzinali; e sul tentativo del figlio di proseguire il lavoro del padre, probabilmente suicidatosi, completando una sua opera appena abbozzata ma lasciandone a lui i meriti. E anche questa idea è interessante.
Poi si sa, la mente umana ha i suoi misteri, le sue fragilità, e la pazzia è sempre dietro l'angolo. Ma un finale del genere, finire in manicomio per questo motivo, è come dire che si aveva fretta di finire il film, o che proprio non è venuto in mente niente di meglio.
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