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Monsters: Dark Continent

Regia di Tom Green vedi scheda film

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La recensione su Monsters: Dark Continent

di SredniVashtar
4 stelle

Ahimè! Ho iniziato le mie recensioni su FilmTV con Monsters, definendolo un piccolo capolavoro artigianale. Questo pseudo-seguito, che col primo film non condivide nulla (neanche i mostri), ci si chiede perché debba beneficiare dello stesso logo e del titolo.

“Ci hanno provato” – si può dire della produzione – ma non ci sono riusciti neanche un po’. Monsters, Dark Continent è un onesto film sulle truppe di pace americane, cioè su quelli che o ammazzano o muoiono, per cui preferiscono ammazzare. Negli ultimi 5 anni di pellicole sul medesimo tema ne saranno uscite 50, l’ultima delle quali è American Sniper. Monsters DC è un American Sniper con meno mirini e qualche mostro in più.

Sceneggiatura e regia sembrano non aver deciso quale storia inseguire, a quale tema mirare. Il risultato è sconcertante: ben presto lo spettatore si sintonizza sul canale “guerriglia moderna” (che ci sta), quando improvvisamente ed episodicamente compaiono mostri più o meno giganteschi (ma hanno tutte le misure, come un negozio di scarpe). In nessun caso e per l’intero dipanarsi della storia, detti mostri hanno un ruolo non dico fondamentale, ma nemmeno rilevante: si potevano espungere tranquillamente e senza danno alcuno dal film a loro dedicato.

L’ipotesi è che la produzione abbia cercato il colpaccio da botteghino, mettendo assieme filoni che riscuotono successo, una specie di “Topo Gigio e Terminator nell’antro degli zombie” in cui magari c’è l’antro, ma non gli zombie.

 

La parte più interessante (l’unica, a mio avviso) è quella preliminare, in cui si descrive come il lumpen-proletariat di Detroit finisce per vestirsi da marines. Tutto il resto è o già visto, o francamente incongruo.

Un vero peccato: qualche inquadratura da lontano dei mostri nel deserto è azzeccata, e prometteva chissà quale mistica e surreale interpretazione della loro presenza, come per i “rinoceronti del tramonto” di Buzzati. Niente da fare, tutto nasce e muore nella medesima, fortunata inquadratura.

Nel complesso lo spettatore si sente - a ragione - preso in giro: plot debolissimo e pretestuoso, nessuna parentela con il meno costoso ma assai più denso predecessore. Alla fine, il film si chiude con la viva speranza che a nessuno venga l’idea di un Monsters-3.

 

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