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Il silenzio degli innocenti

Regia di Jonathan Demme vedi scheda film

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Badu D Shinya Lynch

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La recensione su Il silenzio degli innocenti

di Badu D Shinya Lynch
9 stelle

 

 

Sprofondare nel desiderio. In un gioco di sguardi strabici: quello più diretto e dritto, nonché più istintuale e viscerale, del dottor Lecter; dall'altra parte, invece, quello piu obliquo e spostato, nonché piu razionale e distaccato, dell'agente Starling.

È importante notare come gli sguardi dei personaggi principali non si incrociano mai direttamente tra di loro, ma son sempre distaccati da un filtro: il vetro o le sbarre che intercorrono tra il personaggio interpretato da Anthony Hopkins e quello interpretato da Jodie Foster, che separano, per l'appunto, lo sguardo dell'uno da quello dell'altra; il visore indossato da Buffalo Bill che filtrano lo sguardo di quest'ultimo dalla suddetta protagonista; gli occhiali di Crawford che distaccano lo sguardo del dirigente dell'FBI verso i sopracitati protagonisti. E quello dello spettatore nei confronti di tutte le pedine mosse magistralmente dal regista? Ovviamente, risulta filtrato dalla barriera schermica. 

Insomma, un costante desiderio inarrivabile, quindi. 

 

-

 

Controcampo mentale de La Vie Nouvelle. Il male che è ovunque, come fosse Pazuzu riflesso nel vetro.

https://images.app.goo.gl/YdQxg6a86saGB5tR7

 

In un incipit glazeriano, di emersione freudiana, si emerge dall'inconscio, per ritrovarsi in un bosco incontaminato, come ideale subconscio starlingiano

 

, per poi, febbrilmente, formarsi nella giungla urbana, passando da uno spazio all'altro, inteso come personalità, nonché subconscio, di ciascun personaggio:

dai tenebrosi, freddi ed animaleschi sotterranei lecteriani

Anthony Hopkins, Jodie Foster

Il silenzio degli innocenti (1991): Anthony Hopkins, Jodie Foster

 

, passando per i labirintici, frenetici e virili distretti crawfordiani

Jodie Foster

Il silenzio degli innocenti (1991): Jodie Foster

 

, fino alle bislacche, proteiformi e fatiscenti mura gumbiane/billiane

 

, per poi, infine, sprofondare, ancora una volta, nel desiderio, e risparire dall'immagine in un excipit hanekiano. Aspettando la prossima emersione dall'inconscio. In questa potenziale ciclicità storica, nonché narrativa, che, inevitabilmente, eternizza il desiderio o, meglio, il desiderare.

 

Insomma, Il Silenzio degli Innocenti risulta, tutt'ora, uno dei thriller più complessi ed affascinanti degli ultimi 30 anni.

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