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Le meraviglie

Regia di Alice Rohrwacher vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Le meraviglie

di zombi
8 stelle

un film semplice eppure difficile da catturare e da interpretare fino in fondo, le meraviglie è piuttosto quasi un sogno, un intento. come il sogno di partecipare allo scalcagnato e fatto in casa programma "il paese delle meraviglie" condotto sapientemente da milli, donna bellissima e dalle doti recitative basiche di monica bellucci, che si snoda tutto intorno agli usi e i costumi degli etruschi, popolo ammantato da leggenda. in quella porzione di terra aspra una famiglia cerca disperatamente di tirare avanti con le proprie forze e le proprie mani, minacciata costantemente da spari di cacciatori che nottetempo vagano e illuminano le finestre di quella grande casa come u.f.o. in cerca di vittime da rapire e su cui esperimentare. il padre, un tedesco trapiantato con la sorella, crede fermamente in quello che fa. apicultore con la moglie e le 4 figlie, di cui gelsomina(la più grande)è destinataria delle sue conoscenze desidera ardentemente che tutto rimanga com'è. ma gelsomina ha le sue esigenze di adolescente che cominciano a fare un pò a pugni con il carattere burbero del padre. il programma televisivo indice un concorso in cui la migliore azienda agricola si porterebbe a casa un bel gruzzoletto, ma il padre preferisce mettersi in casa un ragazzetto che non parla con problemi con la legge, in uno scambio tra governo tedesco e italiano per cercare di riabilitare giovani problematici. ci sono i problemi degli agricoltori che sentono il bisogno di ravvivare il territorio col turismo, e quelli di wolfgang che invece deve lottare con le difficoltà giornaliere e con la sensibilità-termometro delle api che muoiono a causa dei veleni usati per uccidere i parassiti, ma il film non è un documentario e tanto meno un servizio televisivo su come il cibo era ai tempi degli etruschi e come si è trasformato oggi. il film sta tra lo sguardo allucinato di wolfgang che fa fatica a comunicare ciò che intende a causa dell'ostacolo linguistico, ma anche per un'incomprensione più profonda con la comunità che lo circonda e con l'umanità e lo sguardo di gelsomina, attaccata saldamente alle tradizioni impartitele dal genitore, ma proiettata in un futuro contraddistinto dalla canzone pop amata da lei e dalla sorella appena più giovane e dalle prime esigenze tipiche della sua età. quando partecipano al programma e si trasferiscono sull'isola tra i resti della civiltà antica che abitò prima di loro quelle terre, nonostante i cartonati e i balletti cheap mischiati ai canti antichi tramandati da madre a figlia in un bailamme tipico di certa televisione locale(ma anche nazionale)che non è sbeffeggiata, bensì ospitata in un'apparizione amichevole e di lusso, già lì succede qualcosa. il ragazzetto scappa perchè la zia vuole mostrare a gelsomina come si bacia, in un'azione comportamentale inconsulta e vampiresca(come dice sapientemente il critico di filmtv)di cui pentirsi subito dopo. cominciano le ricerche, ma solo gelsomina sa come e dove ritrovarlo, in un finale onirico che adesso come adesso a me rammenta uno degli ultimi capolavori herzog-iani: the cave of the forgotten dreams.... i due ragazzi avulsi dalla realtà dormono abbracciati nella grotta, ma la telecamera si sposta a farceli vedere che giocano ombre sui muri della grotta come le immagini della grotta di chauvet in francia in cui herzog ci ha mostrato il cinema in movimento degli uomini primitivi. gelsomina ritrova la famiglia un'ultima volta nel lettone a dormire di fuori, come usava fare il padre d'estate, ma subito dopo la casa è vuota, disabitata. non c'è più nessuno, tutto è finito, il bel sogno comunitario e isolato è finito, il rapimento catartico dalla frenesia moderna è terminato, i due ragazzi si sono rintanati nella caverna del loro amore particolare e muto, la grande famiglia com'è naturale che sia si è ridimensionata e ognuno è andato per la sua strada.... giorni, mesi, anni se non secoli. che abbia un senso o meno ciò che sto scrivendo non lo so fino in fondo,ma sono le sensazioni innescate dal bel film della rohrwacher

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