Regia di Registi vari vedi scheda film
Un ipotetico TG3 (nel 1976 le reti RAI erano solo due) e una giornata di palinsesto TV che illustra la società italiana in maniera graffiante. Scelta la struttura a episodi, non certo nuova al cinema italiano dell'epoca, la cooperativa di registi e sceneggiatori "5 Maggio" produce 14 storie non tutte di fattura pregiata, eppure capaci di risvegliare amari sorrisi e riflessioni profonde, quando non addirittura profetici sulla TV che sarebbe venuta, quella delle disgrazie e del dolore, del protagonismo ad ogni costo anche a prezzo di auto-umiliazioni, oltre che sul sempiterno carattere italico di aggirare le regole e ricavarne un beneficio personale.
Tra gli episodi più interessanti e caustici: quello antimilitarista (il generale che sprima di una parata si reca alla toilette dove le sue medaglie cadono nel water); quello sul cinismo sociologico (uno studioso tedesco consiglia di risolvere il problema del sovrapopolamento mangiando i bambini poveri); una puntata del "Disgraziometro" dove i concorrenti, incalzati da un conduttore inesauribile, vincono solo alla luce delle proprie disgrazie; e quello più politico di tutti sullo sfruttamento del lavoro minorile.
Un cast di autori fuori dal comune e un cast di attori che raccoglie la summa della commedia "colta" italiana per un prodotto disomogeneo, ma che mantiene motivi di interesse anche a più di 40 anni di distanza.
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