Regia di Jake Kasdan vedi scheda film
Jake Kasdan (ennesimo figlio d'arte, alla faccia di quanto sia dura lavorare nel mondo dello spettacolo quando si è figli di papà - e infatti il fratello minore Jon cosa farà mai? Provate alla catena di montaggio e vedete se vi passano il posto di lavoro per linea diretta di discendenza...) è un genio. E non per la sua filmografia, che pur sin qui non mi era del tutto dispiaciuta, ma perché è riuscito nell'impossibile impresa di far recitare un iPad, e come protagonista per giunta. E per fortuna aggiungerei, dato che ha sicuramente più carisma, carattere e presenza scenica di quanto ne abbia Jason Segel. Oltre lo spottone però resta ben poco. Parafrasando un altro spot pubblicitario (esplicito questa volta) di qualche lustro fa, si potrebbe dire: lo spot col culetto della Diaz intorno, che, nonostante l'età - com'è d'uso premettere ormai per qualsiasi donna che abbia sorpassato i 25/30 anni, nemmeno avesse 95 anni - si difende ancora egregiamente (drizzacazzi la definisce il marito - a scanso di equivoci interpretato da Segel, non dall'iPad). Qualche momento carino a casa del dirigente Rob Lowe forse c'è, e il cammeo o poco più del "pornografo 2.0" Jack Black è benvenuto e finanche divertente per i primi 45 secondi circa (prima volta che mi capita di vedere una sigaretta elettronica di nuova generazione - non quella tristezza che si vende in farmacia - in un'inquadratura. Dopo tanta pubblicità - per restare in tema - fatta alle sigarette tradizionali, fosse forse la volta buona...). A parte ciò, il nulla se non un importante messaggio: se non sapete usare un tablet e ignorate come fungano cloud e sincronizzazione, smettetela di spendere migliaia di euro per l'ultima chicca ipertecnologica perché, oltre ad essere soldi sprecati in mano vostra, rischiate anche di far danni.
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