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Benvenuti a ieri

Regia di Dean Israelite vedi scheda film

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Tato88

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La recensione su Benvenuti a ieri

di Tato88
7 stelle

Niente male questo "Project Almanac", a cui mi sarebbe piaciuto dedicare qualche espressione più calorosa del tipo "Dio benedica il Found Footage". Purtroppo ho dovuto stemperare gli animi a causa di una lieve delusione delle aspettative fin troppo alte, in parte riconducibili a quel gran capolavoro che è "Chronicle", che per primo si avventurò col found footage nel genere della fantascienza. Con quest'ultimo purtroppo il film di Dean Israelite ha ben poco da spartire. In primo luogo un affascinante discorso metalinguistico, così centrale e onnipresente nel film sceneggiato da Max Landis (che gli è servito da trampolino di lancio nel mondo del cinema), qui è invece totalmente assente. In "Project Almanac" il dispositivo filmico è sì molto presente (ci mancherebbe, si tratta pur sempre di un mockumentary) e ben sfruttato in almeno un paio di occasioni, ma nulla di più. Il prefisso "meta" manca all'appello, e se ne sente la pesantezza soprattutto durante i frequenti viaggi temporali, il cui montaggio, dovendo rimanere esclusivamente ancorato alla struttura narrativa, confonde non poco lo spettatore (vengono mostrate alcune delle sequenze precedenti riavvolgersi), spezzando decisamente la sospensione dell'incredulità (come se il genere fantascientifico non la mettesse già a dura prova).
Quindi, se dal punto di vista formale la prova è dal mio punto di vista fallita, diverso e più positivo è il lato puramente narrativo. La storia si dipana in maniera lineare (nel limite del possibile per un Time Travel movie), e accompagna per mano lo spettatore nei complessi meccanismi del viaggio temporale che risultano quindi di facile comprensione, così come lo stesso intreccio.

Ricordo un fumetto italiano di recente uscita ("Passato, Prossimo") che parla di un ragazzo che entra in possesso di una macchina del tempo in un momento di grande depressione causata dalla fine di un amore. Il ragazzo vede nella macchina una seconda possibilità ("Second Chance Machine", come la chiamano spesso i protagonisti del film), ma lo scienziato pazzo di turno lo ammonisce: "Non ho inventato la macchina del tempo per questo genere di cose!". Dopo qualche vignetta muta il ragazzo gli urla "Questo è ESATTAMENTE il genere di cose per cui si dovrebbe usare una macchina del tempo!". E i ragazzi di "Project Almanac" ne entrano impossesso esattamente nel momento migliore della vita: la fine del liceo. Chi più di un gruppo di diciassettenni potrebbe godersi i benefici del viaggiare nel tempo e al contempo far divertire anche gli spettatori con quel tocco di leggerezza e ingenuità? Emblematica è la battuta in cui tra le varie proposte spicca "Potremmo andare nel '77 e assistere alla première di "Star Wars". Il film è dunque un tripudio di piccole rivalse, scherzi, goliardie, baci che non si aveva avuto il coraggio di dare al primo tentativo e zingarate che durano giorni ma di cui nessuno si accorge. Le citazioni ovviamente si sprecano, dal Doctor Who a Ritorno al Futuro (già nel titolo), più o meno esplicite, e in generale provenienti da tutta la cultura geek.
La pellicola prosegue con sincera e allegra leggerezza fino all'ultimo quarto d'ora in cui si vengono a creare dei problemi che vanno risolti con delle decisioni radicali (in qualche modo il film doveva avere una conclusione, e a me non è dispiaciuta neanche troppo).

Quindi sì, un pollice in su per il film prodotto da Michael Bay, che curiosamente punta più sulla narrazione che sugli effetti speciali (chiaramente la messa in scena è dispendiosa) e che saprà divertire tutti i fan dei viaggi nel tempo come me.

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