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La signora senza camelie

Regia di Michelangelo Antonioni vedi scheda film

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La recensione su La signora senza camelie

di emmepi8
10 stelle

 
Un film sofferto e coraggioso, prendere un argomento come questo e farne un film, poteva ed ha disturbato non poco, essendo messo fin dall’inizio in seconda linea a livello distributivo. Il film doveva essere interpretato da Gina Lollobrigida, che era un astro nascente del nostro firmamento, nel senso che era il fenomeno divistico, cosa rara nel nostro panorama, e che poteva essere la possibilità per porre il film all’attenzione di pubblico e critica in maniera più evidente, ma l’attrice fu sconsigliata da tutti per non accettare questo film, e se si segue la trama si capisce anche il perché; accostamenti a personaggi reali ce ne sono fin troppi, e per sostenere una scelta del genere si doveva avere alle spalle un bel sostegno protettivo per poter resistere. La Bosè aveva già lavorato con Antonioni ed era stata messa in evidenza per il suo fascino diverso, fuori dai canoni consueti; Visconti aveva forzato la mano al concorso di Miss Italia favorendola per vincere, il cinema aveva sfruttato il suo volto e con un trucco sofisticato l’aveva avvolta in vestiti e costumi adeguati, tanto da farne una elegante lady, ma che purtroppo con un talento molto effimero e tutto legato al suo volto, che senza dubbi era bellissimo e prometteva quello che la scatola al di dentro non aveva. Il doppiaggio l’ha sempre salvata ed ha recitato per lei , la sua carriera inizialmente è andata su un terreno culturalmente alto (Visconti protettore non poteva che sostenerlo), ma dopo qualche anno le basi inesistenti si sono fatte sentire, ed ha lasciato tutto per amore di un torero che poi sposò. Tornò al cinema dopo molti anni, maturata fisicamente, ma non come interprete, anche se le occasioni buone no mancarono: Fellini, Bolognini, Taviani. Tonando a questo film, abbiamo un bel ritratto di costume dei tempi e non solo, un’immagine impietosa, ma vera, di un fenomeno che mette in evidenza la pochezza e lo squallore di un ambiente, che vive di cose inesistenti e fenomeni che, se non sostenuti, vedono svanire il loro clamore in pochissimi attimi. Con tratti efficaci si riesce a disegnare dei personaggi e delle situazioni di incredibile verità, ma senza toccare mai le corde di un neorealismo in agguato e ricattatorio in quegli anni. Uno sguardo severo e sensibile verso un ambiente riuscendo a prendere dei tratti di verità, senza mai trascendere in un sentimentalismo facile, ma che avrebbe compromesso l’idea prima per cui il film era stato fatto. Ci sono diverse immagini che colpiscono, una per tutte è quella coraggiosa di quando Clara, passando per caso davanti ad un teatro di posa, sente una grande attrice, che noi non vediamo mai, recitare un pezzo di bravura, e da qui si rende conto della sua presenza vera in un firmamento di carta pesta a cui necessariamente si era adeguata ed illusa.

Sulla trama

Una panorama discreto del nostro mondo cinematografico e  per niente datato

Su Michelangelo Antonioni

prova corraggiosa ed efficacve come non mai

Su Lucia Bosé

Bella, un vlso che fa effetto, la recitazione è ben dosata dal regista che spesso la ritrae in campi e controcampi per camuffare quello che non sa fare

Su Gino Cervi

Nel ruolo del socio produttore, una grande professionalità ed un insegnamento agli attori

Su Andrea Checchi

Un attore discreto, qui messo in un personaggio con un buon scavo interpretativo

Su Ivan Desny

Un ruolo mdi contorno ma efficace, anche mse abbozzato di maniera

Su Alain Cuny

L'attore che sa reagire nella maniera più giusta, misurando l'ambiente

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