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Smetto quando voglio

Regia di Sydney Sibilia vedi scheda film

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La recensione su Smetto quando voglio

di LAMPUR
8 stelle

 

Era un bel po' che il cinemello italiano non tirava fuori qualcosina di effervescente, supportata tra l'altro da attori navigati ma tutti di seconda fascia, comprimari di fiction e cinema minore, assemblati dall'esordiente Sibilia con sagacia e perfetto equilibrio, in questa avventura alla Ocean's Eleven ricca di personalità, di sarcasmo e di fresche trovate dove i richiami ad Una notte da leoni si sprecano, con Fresi che zafianakiseggia alla grande ed Edoardo Leo alter ego di Bradley Cooper con venature alla Morelli.

La banda di ex universitari, tutti di gran talento (dagli antropologi ai latinisti ai neurobiologi) e dalle verbosità stilistiche surreali, mette su un piano per spacciare una nuova droga sintetica e finalmente si dà alla pazza gioia (la scena in cui Piero confida ad una escort russa la sua futura paternità - e qua farò inorridire gli infiniti estimatori scorsesiani - brucia nella sua inaspettata prurigine quasi tutto lo sfacciato The wolf).

Il film fila via e se la cava egregiamente anche quando sembra che si incanali in un cul de sac sceneggiatoriale.

E' vero che in sala si sente ridere molto quando scatta la parolaccia, ma per fortuna non si abusa e sono poche le occasioni per rinverdire l'immarcescibile il vezzo italico, al contrario le gag ed i dialoghi si supportano vicendevolmente sempre con verve e montaggio frenetico e lo spaccato di realtà affrontata, che si ribella all'impotenza del nostro asfittico mercato del lavoro, non distanziandosi dall'effettivo stato delle cose, con i nostri laureati costretti ai lavori più disparati per riuscire a pagare le bollette.

A navigare tra questi ottimi caratteristi in gran spolvero - Edoardo Leo e Stefano Fresi su tutti -, anche la Solarino (che adoro a prescindere) ed un Neri Marcorè che sembra divertirsela da matti nei panni di un truce boss da quartierino che si “macchietta” col giusto eccesso che richiede l'occasione (ed ogni riferimento agli eccessi dei capitali umanoidi non è per nulla casuale). Ed anche se il trailer si brucia le cartucce migliori i cali di tensione sono impercettibili e la storia appassiona, e con l'esatto gusto della novità, evidenziando come i cinepanettoni e le tremende frescacce da commediola italica possono essere parcheggiati, per una volta, a distanza di sicurezza.

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