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Diplomacy - Una notte per salvare Parigi

Regia di Volker Schlöndorff vedi scheda film

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Roger Tornhill

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Diplomacy - Una notte per salvare Parigi

di Roger Tornhill
8 stelle

 

locandina

Diplomacy - Una notte per salvare Parigi (2014): locandina

 

Doveva

Incendiare

Parigi,

L'

Ottuso

Militare

Abbandonandola.

Tuttavia

Infine

Esitò...

 

Niels Arestrup

Diplomacy - Una notte per salvare Parigi (2014): Niels Arestrup

 

Si può fare un film appassionante (perdipiù su una storia di cui già si conosce il finale) girandolo quasi esclusivamente in una stanza e con due soli attori (o quasi) che fanno a gara per bravura nel contendersi e dominare la scena e lasciarci col fiato sospeso? Certo che si. I precedenti sono illustri, ad esempio Hitchcock con Nodo alla Gola e Polanski con La Morte e la Fanciulla (anche se lì i protagonisti principali erano tre) o col più recente (e per chi scrive splendido anch'esso) Venere in Pelliccia.

 

Stavolta l'impresa riesce benissimo anche a Volker Schlöndorff, che partendo come i suoi illustri colleghi da una pièce teatrale, di Cyril Gely, realizza un film appassionante il cui valore aggiunto sono le grandi prove dei due protagonisti principali, Niels Arestrup nei panni del generale nazista Von Choltitz che ha l'ordine di far saltare in aria Parigi ed Andre Dussollier, in quelli del console svedese Raoul Nordling, che userà la sua dialettica per far recedere il militare dai suoi orrendi propositi.

 

Volker Schlöndorff

Diplomacy - Una notte per salvare Parigi (2014): Volker Schlöndorff

 

Ma non pensiate che Diplomatie sia  "teatro filmato". Seppure l'origine sia quella, Schlöndorff se ne distacca realizzando un film appassionante anche visivamente, che riesce a farci stare in pena per la sorte della città e dei suoi abitanti, ignari che sia stata completamente minata nella maggior parte dei suoi ponti ed edifici artistici più famosi e che presto potrebbero essere spazzati via dallo straripamento della Senna, causando un ecatombe tra i civili. Un atto di barbarie gratuito e totalmente inutile, che pur sapendo non avverrà ci fa temere il peggio sino alla fine del film.

 

Schlöndorff dimostra di non aver perso lo smalto dei tempi migliori (vinse la Palma d'Oro a Cannes ex aequo con Apocalypse Now e l'Oscar per il Miglior Film Straniero per Il Tamburo di Latta) e realizza un "piccolo" grande film, quasi una sorta di thriller storico, vista la suspence che sa regalare.

La sua bravura è anche quella di saper evocare Parigi e ciò che rappresentano le sue splendide opere d'arte senza mostrarcela quasi mai apertamente, se non in qualche piccolo scorcio dalla finestra aperta nell'ufficio del generale Von Choltitz, sul cui sfondo notiamo la Tour Eiffel e poco altro.

 

Il pubblico del Torino Film Festival, dove è stato presentato per l'anteprima italiana nell'inaugurazione dello stesso, lo ha apprezzato ed applaudito nella sala gremita. Ci si augura possa essere il primo di una bella serie di film nei giorni a venire.

 

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