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Regia di Michel Hazanavicius vedi scheda film

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La recensione su The Search

di giorgiobarbarotta
6 stelle

Tristissime vicende belliche datate 1999. Guerra in Cecenia: l'esercito russo ci va giù duro con tutto il pessimo repertorio di brutalità che purtroppo da sempre caratterizza ogni conflitto. "Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo" scriveva Salvatore Quasimodo in una delle sue più note poesie civili. Storia recente. Non ci sono Europa, Onu, Organizzazioni Umanitarie che tengano. Come sottolinea Carole (Berenice Bejo) in un monologo del film: Eltsin e Putin - colpevoli quanto altri Signori Del Potere al loro pari rango nel corso dei secoli - hanno completa libertà d'azione perché vincitori sulla libera informazione e privi di opposizione in patria. Ecco dunque Hazanavicius compiere un'apprezzabile operazione di cinema denuncia. Il regista francese prende di petto il problema e lo porta sugli schermi con lo scopo di informare un pubblico occidentale più o meno ignaro dei fatti. La gente intanto pensa alla normalità del quotidiano, alla festa di capodanno o alle piccole faccende domestiche, metri Hadji perde i genitori in una rappresaglia al fronte e scappa col fratellino ancora in fasce. Un bambino che ammutolisce per lo shock. La ricerca del titolo è quella di un ricongiungimento dei resti famigliari, con la sorella maggiore a tentare l'impresa. Sulla loro strada una diplomatica e una funzionaria, rispettivamente dotate di coscienza e buon cuore e di un gran senso pratico. Entrambe appassionate e battagliere, tenteranno di accendere ognuna un piccolo cerino nella notte buia della violenza perpetrata a un intero popolo. Parallelamente l'odissea di un ragazzo qualunque, finito in prima linea a suon di botte e lavaggi del cervello, a chiudere un cerchio letale e senza via d'uscita, in una spirale di sistematica follia. Pellicola encomiabile ma oltremodo dilatata, con numerosi tempi morti e una serie di passaggi convenzionali. La struttura è appesantita dalla mancanza pressoché totale di ritmo e da un certo distacco, scelta poco giustificabile. Il tema è comunque degno di nota, e il coraggio di affrontarlo all'indomani di Oscar e celebrazioni per il precedente The Artist merita rispetto.

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