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Babadook

Regia di Jennifer Kent vedi scheda film

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La recensione su Babadook

di FilmTv Rivista
8 stelle

Questa è la famiglia: Amelia è la madre, vedova dalla nascita del figlio, assistente sanitaria in un ospizio. Quando la sera, alla finestra, guarda l’amabile vicina di casa, sembra guardare se stessa, la sua futura solitudine. Samuel è il bimbo, iperattivo, iroso, stremante. Quando la donna è indaffarata, in cantina costruisce trappole per oscure presenze à la Mamma, ho perso l’aereo. E, se fa giochi di prestigio, come pubblico si crea un padre, con gli abiti del defunto. Due non è il numero perfetto. Toc toc: arriva il Babadook. Un libro che compare, pagine che raccontano di un mostro che bussa al focolare, filastrocche dell’orrore. Paura e delirio a seguire. È un film-malattia, quest’esordio clamoroso di Jennifer Kent, come recentemente lo sono stati Bug di William Friedkin e Take Shelter di Jeff Nichols, come lo è stato il loro inabissarsi accecante nella paranoia, il loro sfaldare la percezione: l’orrore qui è un rigurgito espressionista che distorce il reale, un sentimento rimosso che riaffiora con i connotati di un Nosferatu che sembra disegnato da Michel Ocelot, il frutto violento e taciuto dell’amore precario, che oscilla tra il rancore e il rimorso, di una madre per un figlio. Ai nostri occhi s’offre la lanterna magica di due anime abitate e ammorbate da ombre. È un kammerspiel psichico, Babadook. Un jeu de massacre di una donna con suo figlio, certo, ma, prima di tutto, con se stessa. Uno dei migliori film dell’anno.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 28 del 2015

Autore: Giulio Sangiorgio

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