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Shining

Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Shining

di Enrique
8 stelle

Forse, con Shining, S.Kubrick aveva inteso realizzare il film più pauroso della storia del cinema, eppure così (almeno per me) non è stato. Certo, nel sinistro e paradossalmente (vista la vastità degli ambienti) claustrofobico Overlook Hotel si respira un’aria carica di suspense e nervosismo che mette a disagio; l’amico immaginario di Danny – Tommy – è davvero inquietante (sia per la voce che gli hanno dato, che per il fatto di vivere nella “bocca” del bimbo), la colonna sonora crea un fitto strato di tensione che si taglia con un coltello ecc. Gli elementi sarebbero, quindi, quelli del thriller psicologico (piuttosto che dell’horror).
Sennonché il condizionale è d’obbligo perchè c’è da dire che, nel corso degli anni (anzi, dei decenni), la sua incessante celebrazione esclusivamente per frammenti (la gemelle costituiscono un ubiquo refrain, ma non parliamo delle espressioni facciali di J.Nicholson, o della scena dell’effluvio di sangue), estraniata, per di più, da contesti cinematografici (“vivo nella camera 237, ma non farò la mia famiglia a fette…” ironizzava CapaRezza in Eroe - Storia di Luigi Delle Bicocche) ha finito per privare il film (come se fosse un colabrodo) della sua forza orrorifica (o, quanto meno, evocativa d’imprevedibili tragedie inconsce). Ergo, ciò che rimane, oggi, è un’asettica impalcatura filmica (ma, chiaramente, impeccabile; l’uso dell’innovativa - all’epoca - steadycam, piazzata dietro la macchinina di Danny, si dimostra davvero brillante), che non spaventa più nessuno (tranne la sequenza del bagno della 237, lo devo ammettere), anzi; quasi, quasi provoca l’effetto opposto: diverte (sì, di conseguenza, da trasmutarne ineluttabilmente il genere). Il segreto di tale involontario sovvertimento è racchiuso in tanti piccoli dettagli: a parte il fatto che la traduzione italiana rende il titolo (la luccicanza!!) simile a quello di un trailer di Maccio Capatonda (sic!), sono però i primi piani dei protagonisti a provocare un incontenibile, gioiosa euforia: l’espressione di Danny (il figlioletto) alla vista delle bimbe dopo che queste gli propongono di giocare con lui “per sempre” è, a dir poco, fenomenale (nel senso che provoca una tenerezza incontenibile)!! Ma, ovviamente, sono soprattutto le inquadrature sul volto del divin J.Nicholson a deliziare di più (sia quella resa celebre già dalla locandina, sia quella che gli rimane congelata in volto, nella scena finale). I suoi occhi trasudano follia omicida dalla prima inquadratura, anzi, no, da prima; da sempre. I suoi occhi tradiscono l’identità dell’assassino per antonomasia, eppure lui sa rendersi tremendamente simpatico.
Per carità; Shining rimane un film grande come il suo prestigio, grande come il Cinema, ma - al di là del fatto di risultare parzialmente (seppure - è chiaro - volontariamente) incompiuto (sul piano della sceneggiatura), il che (personalmente) mi amareggia un poco - non chiamatelo horror! C’è chi potrebbe crederci (quasi chiunque, però; lo riconosco e non me lo so spiegare).

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