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Shenandoah. La valle dell'onore

Regia di Andrew V. McLaglen vedi scheda film

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La recensione su Shenandoah. La valle dell'onore

di cherubino
7 stelle

SHENANDOAH. LA VALLE DELL'ONORE (1965) 

 

Ho visto per la prima volta oggi "Shenandoah. La valle dell'onore". Fu girato mezzo secolo fa, nel 1965.

 James Stewart aveva già, ben portati, 57 anni, due in più del Gary Cooper che, nel 1956, aveva interpretato "La legge del Signore - L'uomo senza fucile", regia di William Wyler, uno dei miei film preferiti. 

Nei due film sono molto simili ambientazione e trama (e questo è naturalmente l'handicap basilare per il più recente): guerra di secessione, una famiglia pacifista pensa di avere buoni motivi per sottrarsi alla guerra e poi ne verrà inevitabilmente coinvolta, in questo caso più drammaticamente.

 

Qui siamo al Sud, in Virginia, ma anche la numerosa famiglia Anderson (sei figli maschi e una femmina, il padre è vedovo) non vuole imbracciare un fucile (anche se non sono quaccheri come la famiglia di Gary) perchè ....la guerra non è la loro, non hanno mai avuto alcun aiuto dallo stato e debbono continuare a guadagnarsi il cibo coltivando i loro campi... e poi sono contrari allo schiavismo. 

Entreranno però "in guerra" - la loro guerra - quando il figlio più piccolo, sedicenne, verrà catturato, per errore, dai federali del Nord. E allora il signor Anderson (anche i figli lo chiamano signore; e saranno tutti con lui, eccetto uno appena diventato padre) tenterà a tutti i costi di ritrovarlo e riportarlo a casa, anche se con poche speranze: perchè "se non si tenta ... non si fa niente; e se non si fa niente, che ci si sta a fare su questa terra?".

La guerra però è una piovra con infiniti tentacoli. E colpirà duramente gli Anderson.

 

Non credo che questi due film possano definirsi "western", almeno in senso stretto: io li considererei film d'avventura "per la famiglia", ragazzini compresi. E anzi li consiglierei proprio.

 

Se però annoveriamo "Shenandoah" tra i film western, allora bisogna ricordare che non è stato l'ultimo del "Gentiluomo Jimmy" (*), però i seguenti (tre dei quali diretti dallo stesso regista) ebbero  più il sapore della commedia (e non un grande successo). 

Il regista Andrew V. McLaglen (°) non è d'altra parte - e lo dimostra anche in questo film - paragonabile a Wyler; diresse anche John Wayne in alcuni western dei suoi anni maturi, ma il suo più grande successo credo sia stato "I quattro dell'oca selvaggia".

 

Si può anche ricordare che questo fu l'esordio sul grande schermo di Katharine Ross (due anni dopo fu notissima: era l'amore del "laureato" Dustin Hoffmann).

Più apprezzata di lei per questo film (nomination a Golden Globe quale migliore nuova attrice) fu l'allora ventiduenne Rosemary Forsyth, canadese, che continuò a operare nel cinema ma, sullo schermo, non ebbe il futuro pronosticabile: peccato, era molto graziosa.

  

Questo film non è certo uno dei più popolari tra quelli interpretati da James Stewart, però credo che il giudizio positivo gli possa essere attribuito: tre stelle e mezza. 

 

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(°) La "V." sta per Victor, che era suo padre, grande attore, non solo caratterista in tantissimi film ma anche vincitore di un Oscar come miglior attore protagonista per "Il traditore" del 1935, diretto da John Ford; indimenticabile anche il suo ruolo di antagonista (di John Wayne) in "Un uomo tranquillo" del 1952, con lo stesso regista, per il il quale ebbe la nomination ad un altro Oscar.

 

(*) Consiglio la lettura dell'articolo scritto da Maurizio Porro e Tullio Kezich sul Corriere della sera all' indomani della sua morte, nel 1997, ottantanovenne, intitolato "Se ne va anche James, gentiluomo di Hollywood" (proprio il giorno prima aveva terminato di vivere un altro grande attore: Robert Mitchum).

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