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Il treno va a Mosca

Regia di Federico Ferrone, Michele Manzolini vedi scheda film

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La recensione su Il treno va a Mosca

di titabellini
8 stelle

Un nostalgico tuffo nella passione politica di onesti ed appassionati comunisti romagnoli negli anni '50. Un amorevole e buon montaggio (ad opera di due registi nati trent'anni dopo) ricavato da centinaia di ore di filmati "super 8" girati da Sauro Ravaglia ed altri tre "compagni" a partire dai primi anni '50 (le feste dell' Unità e scene di vita familiare e di paese ad Alfonsine), passando per l'avventuroso-epico-eroico-retorico viaggio a Mosca nel 1957 in occasione del 6° festival mondiale della gioventù. Ma a Mosca, avendo studiato un po' di russo (da bravi comunisti), riescono a liberarsi degli interpreti ed accompagnatori; la loro fede cieca nel "sole dell'avvenire" inizia a vacillare alla visione della faccia nascosta della Russia, meno epica e più povera. Il film si conclude sui filmati dei funerali di Togliatti, con i quali lo stesso Sauro (che è anche voce fuori campo di tutto il film) considera definitivamente ed irreversibilmente chiuso un periodo storico irripetibile (nel bene e nel male).

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