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Shark - Rosso nell'oceano

Regia di John Old jr. (Lamberto Bava) vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Shark - Rosso nell'oceano

di giurista81
6 stelle

Interessante monster movie marino troppo spesso sottovalutato e con spunti di sceneggiatura decisamente superiori ai films cugini dell’epoca. Innanzitutto gli sceneggiatori, tra i quali i veterani Sacchetti e Clerici, oltre ad altri due autori tra cui Hervé Piccini (“Rats – La Notte del Terrore”), hanno il grande merito di non scopiazzare dai precedenti monster movie nati sulla scia de “Lo Squalo”. Di fatti viene costruito un intreccio thriller che procede di pari passo con la falcidia compiuta dal mostro che resta comunque più sullo sfondo. Questa struttura sarà seguita pari pari da opere successive come ad esempio il deludente “Shark Attack”. Interessante anche la natura del “pesciolone” ottenuto attraverso mutazioni genetiche (altro aspetto che sarà iper sfruttato da opere successive come “Blu Profondo”, “Shark Attack”, ma soprattutto “Creatura” che, se non ricordo male, attinge da questo film alcune particolarità del mostro come ad esempio l’utilizzo dei tentacoli). Geniale, poi, l’idea dell’autoriproduzione dell’essere e della necessità di eliminarlo con le fiamme. Splendido il finale in notturna e in mezzo alla nebbia in un’affascinante location che mescola il mare con le zone boscose. Nonostante tutti questi aspetti positivi, si registra qualche difettuccio di script (qualche momento noioso e qualche dialogo banale) sul quale comunque si può chiudere un occhio. Buonissima la regia di Lamberto Bava che, contrariamente da quanto detto dalla maggior parte degli amanti di B-Movie, a mio avviso, regala in “Shark”, dal punto di vista tecnico, una delle sue migliori prestazioni. Sufficienti le interpretazioni con un ordinario Michael Sopkiw (confermato da Bava dopo “Blastfighter”) e una splendida, soprattutto quando è in costume da bagno integrale, Valentine Monnier (già ammirata con Sopkiw ne “2019 dopo la caduta di New York”). Completano il cast i veterani William Berger e Dagmar Lassander (cammeo per lei) oltre all’italiano Gianni Garko.
Da buon amante del genere horror la presenza di Lamberto Bava alla regia garantisce anche qualche gustoso momento gore con un anticipazione che viene subito fornita nell’ottima apertura di film. Peccato che non si rendano particolarmente agghiaccianti gli attacchi del mostro, ma su questo punto probabilmente ha inciso il budget tutt’altro che astronomico. Efficaci gli effetti speciali e il trucco che garantiscono risultati tutto sommato sufficienti (basti pensare che altre opere con budget superiori hanno dato vita a risultati assai più scadenti, vedi “Lo Squalo 4”).
Scenografia ordinaria di Antonello Geleng, bruttina, invece, la colonna sonora. Nel complesso siamo al cospetto di un film con un buon soggetto (firmato da due volponi come Sergio Martino e Luigi Cozzi), discretamente sviluppato dagli sceneggiatori e ben diretto dal regista, sarebbero stati necessari un po’ più di soldi per rendere più spettacolare la visione, ma tutto sommato il risultato finale è godibile. L’ultima parte, poi, merita di esser citata in una “video-antologia” con le migliori scene dei b-movie nostrani. Non un capolavoro, ma da rivalutare. Voto: 6.5

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