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La sfida

Regia di Francesco Rosi vedi scheda film

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La recensione su La sfida

di teaestefano
8 stelle

Buon esordio di Rosi. E' un film adatto al grande pubblico che sa catturare l'attenzione di tutti. E' un atto di accusa alla camorra napoletana, che intrallazza e vessa per controllare il mercato ortofrutticolo e tenere alti i prezzi. Ma sarebbe molto riduttivo vedere il film solo come un atto di denuncia sociale, cioè come l'innocente e onesto che sida i corrotti per amore della giustizia. Io vi vedo senza dubbio anche una parabola sull'avidità umana, sulla voglia di strafare per diventare ricchi subito e a tutti i costi. Il protagonista è come accecato da questo desiderio, e in ciò è molto vicino ai sentimenti che animano gli stessi camorristi. Nel suo agire non vi è nulla di ideale. Si imbarca in un'impresa che sin dall'inizio promette grane. Poi fa debiti a iosa, pesta i piedi di farabutti e innocenti, rompe i patti stipulati (benché con camorristi, sempre patti sono), e poi cerca di fare fessi tutti quanti. Per raggiungere il suo scopo calpesta l'amore e abbandona la moglie nel giorno del matrimonio, nell'illusione che sia un sacrificio utile e necessario. Lo spettatore lo vede quindi correre all'impazzata verso la rovina, quando poteva sposarsi, accontentarsi di meno soldi, ed essere felice. Del resto si sa che chi troppo vuole, nulla stringe. Insomma, cinema sociale e umano/morale assieme. Brava la Schiaffino. Il tema dell'avidità appare anche quando lei, di fronte al guaio in cui si è cacciato lo sposo, grida nell'atrio del palazzo "A me non me ne importa niente di una casa come questa, dei soldi...". E' pure angosciante vedere come il protagonsita, e tutti attorno a lei, le nascondano ossessivamente quale sia la sua vera attività.

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