Regia di Borja Soler, Rodrigo Sorogoyen, Eduardo Villanueva vedi scheda film
Estocolmo (2013): Aura Garrido
Nonostante il titolo affermi il contrario, il film scritto da Rodrigo Sorogoyen e da Isabel Peña non è ambientato a Stoccolma bensí a Madrid. Il titolo trae la sua origine dal dialogo iniziale tra il protagonista e l'amico che lamenta la prossima partenza della fidanzata per la capitale svedese. Ma per come si sviluppa la storia, di cui l'intro serve unicamente per individuare i protagonisti e l'ambientazione festaiola, è lecito chiedersi se il dialogo iniziale sia qualcosa di più di un'introduzione e se la città svedese in realtà alluda alla sindrome secondo cui la vittima di un crimine finisca per sodalizzare con il proprio aguzzino, in special modo durante un lungo periodo di prigionia. In un certo senso siamo di fronte ad una situazione simile, pur con i dovuti distinguo.
Seguendo tale logica è possibile riconoscere nell'appartamento di lui, asettico ed immacolato, il luogo in cui si manifestano le tensioni tra vittima ed aguzzino. In realtà l'appartamento, che rispecchia l'aurea cinica ed opportunista del suo inquilino, non è affatto una prigione, almeno in senso fisico, in quanto la ragazza è libera di andarsene quando vuole. Anzi è lo stesso padrone di casa ad intimarle di sparire al più presto, ormai infastidito da una presenza seccante e da un atteggiamento poco accomodante. Dal punto di vista emotivo l'ambiente di casa, invece, è una vera e propria cella in cui la ragazza vive l'ossimoro di un'attrazione repulsiva nei confronti del suo conquistatore.
Estocolmo (2013): Aura Garrido, Javier Pereira
Il tema di "Stockholm" è davvero affascinante, a fronte di una trama piuttosto convenzionale che si esaurisce ben presto nel tentativo (riuscito) di rimorchiare una donna ad una festa e portarsela a letto a fine serata. L'intento del regista spagnolo, però, non è quello di raccontare il complesso rituale dell'accoppiamento ma di mostrare le conseguenze psicologiche che tale processo lascia sulla pelle dopo l'orgasmo. Sorogoyen perciò si sofferma parecchio sul dopo, descrivendo i comportamenti di entrambi gli amanti che, a ben vedere, la mattina successiva, sono ben lontani dal mostrare l'atteggiamento della sera precedente. Lui si dimostra disinteressato mentre lei si sente preda accantonata dal desiderio maschile di nuove e stimolanti conquiste. Sorogoyen non va mai sopra le righe e con lui nemmeno i suoi protagonisti. Il ragazzo persegue il suo fine con ostentata sicurezza ma non è mai ripugnante o violento. Vuole fare sesso ma ha sufficiente sportività per ammettere il fiasco in caso la ragazza decida di mandarlo in bianco. D'altro canto non promette una love story, ne di richiamare l'indomani, pur omettendo una chiara volontà a tal proposito. La ragazza, da par suo, decide, di sua volontà, di seguirlo fino a casa e di concedersi alle avance della reciproca attrazione sessuale.
Tra i due non si instaura una relazione tossica ma un incontro casuale che non dovrebbe avere seguito. Ma il giorno dopo non è più così. Lui diventa scostante e passivamente aggressivo, lei mostra una mancanza di docilità e condiscendenza apparentemente fuori luogo per un incontro da "una notte e via".
La seconda parte è molto tesa e si conclude nella maniera più inaspettata dopo un climax decisamente crescente. Sui tetti di Madrid scorre la vita mentre rimane in aria, fluttuante e sospesa, la domanda se e fino a che punto ci si deve spingere per godere una notte di sesso con una persona di cui si ignorano fragilità e speranze. Se è pur lecito un consenziente reciproco divertimento qualche domanda bisogna pur farsela. Sorogoyen e Peña se la pongono e di rimbalzo la rivolgono al loro pubblico, a quello maschile in particolar modo. Per evitare che il più debole diventi preda ed il più forte si trasformi in predatore, pur non avendone le intenzioni. Il film dispensa mille occasioni per riflettere su questo, retto com'è da una prova maiuscola degli attori, dal fascino della messa in scena e dal ritmo crescente di una regia che mostra i propri punti di forza nella discesa finale agli inferi, ponendo Sorogoyen tra i registi spagnoli più interessanti della contemporaneità. (V.o.s.)
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Estocolmo (2013): Javier Pereira
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