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7 monaci d'oro

Regia di Bernardo Rossi vedi scheda film

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La recensione su 7 monaci d'oro

di cherubino
4 stelle

7 MONACI D'ORO (1966)

 

Mi sono accinto stamane alla visione di questo film principalmente attratto dalla presenza, sia pure come comprimario, di Riccardo Billi, attore da me ammirato, qualche giorno fa, in altra pellicola in cui ha il ruolo di protagonista (una rarità, credo) e che, a mio parere, avrebbe meritato più occasioni dal cinema italiano dopo lo scioglimento della coppia comica con lo sfortunatissimo Mario Riva.

 

L'altra cosa che mi attraeva era la mancanza di qualunque notizia sul regista, Bernardo Rossi: al proposito, non ho trovato proprio nulla. Forse, sarà stato il suo unico film: per quel che ho visto, ciò non mi sembra improbabile; ma può essere che abbia svolto qualche altra funzione nel cinema... Insomma, mi piacerebbe saperne qualcosa di più.

 

Il film, come dice il titolo, si rifà chiaramente a "Sette uomini d'oro", grande successo anche internazionale diretto e coprodotto da Marco Vicario nell'anno precedente. Ma naturalmente anche al capostipite dei film italiani sui "furti di gruppo" e cioè il capolavoro (o quasi) di Monicelli "I soliti ignoti", che si richiamava a certe pellicole francesi tra le quali probabilmente la più nota è "Rififi", accentuandone la tonalità "rosa".

 

Purtroppo, debbo ammettere che il giudizio "insufficiente" espresso dai recensori di Film TV che mi hanno preceduto, spesso più severi di me, questa volta lo condivido pienamente. Nonostante gli attori abbiano tutti potenzialità significative o in taluni casi (Fabrizi il più eclatante) addirittura elevate, il film è veramente "insulso". (*)

 

Ma si ride? Dipende solo dallo spettatore, sue caratteristiche e sua buona volontà. Per quanto mi riguarda, la miglior battuta (?) della prima mezz'ora è la seguente: il capo della banda Conte Raimondo ( Vianello) ordina a Carlo Pisacane (ex Capannelle, qui Lambrusco) di "Stringere i tempi ! "; e lui risponde "Ma io non ce li ho, i denti !".

 

Per onestà debbo dire che involontariamente non ho visto gli ultimi venti minuti ( e in oltre un'ora non c'era ancora stata un'inquadratura, se non mi è sfuggita, di Riccardo Billi): una visita inaspettata mi ha costretto a spegnere il televisore. Ciò nondimeno, non penso di sbagliare nell'assegnare le 2 stelle come voto. Naturalmente, alla prima occasione, se la visione del finale mi facesse cambiare opinione modificherei il mio giudizio.

 

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(*)

Fra gli artefici di questo film, oltre a quelli citati nel testo (il regista Bernardo Rossi e gli interpreti Raimondo Vianello, Aldo Fabrizi, Carlo Pisacane e Riccardo Billi, su alcuni dei quali mi soffermerò in qualche prossima occasione) mi piace qui ricordare: 

Piero Umiliani, compositore assai noto a livello internazionale ed autore di colonne sonore per circa 150 film (!) tra i quali, oltre a questo, i precedenti "I soliti ignoti" (famosissima "Blues for Gassmann") e "Audace colpo dei soliti ignoti".

Memmo Carotenuto, volto e voce roca indimenticabili, che era ne "I soliti ignoti" Cosimo, l'autore dell'ingegnoso piano poi soffiatogli da Peppe er Pantera (Vittorio Gassmann) e finito a pasta e ceci nell'appartamento attiguo al Monte di Pietà.

Magda Konopka, polacca, prima modella e poi attrice in quasi trenta film negli anni sessanta e settanta, prevalentemente girati in Italia con notevole successo (confermato anche in TV): spesso ruoli piccanti, in B-Movies dei vari generi ( poliziotteschi, thriller, western); era considerata "molto avvenente".

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