La recensione su Un matrimonio da favola

di FilmTv Rivista

7 stelle

Compagni di classe vent’anni dopo: chi sognava di lavorare in borsa vende borse in pelle e chi infrangeva cuori di donna divide (in segreto) la vita con un uomo. Ricky Memphis falliva sui banchi di scuola come sul campo da calcio, ma sta per segnare il goal della vita sposando l’erede bellissima di una facoltosa famiglia svizzera. Se le ragazze vanno e vengono, gli amici sono per sempre: lo afferma il dongiovanni Adriano Giannini per stemperar le sue colpe, lo conferma il film di Vanzina grazie a una sceneggiatura naturalmente aderente alle facce (su tutte la giovane Ilaria Spada, sorprendente maschera di romana veracità). Motivo stagionale (vedi anche Ti sposo ma non troppo) e topos classico, la cornice nuziale è qui soprattutto motore di nostalgia, che da manovra dichiarata e non proprio riuscita (Sapore di te) diventa sentimento realmente corale, condivisibile. Storia di corna è, fin dalla veste grafica del titolo con la “O” diavoletta che pare il correlativo visivo di “non andiamo troppo per il sottile”. Invece non è grossolano, Un matrimonio da favola, piuttosto garbatamente liscio e onestamente prevedibile come una rimpatriata tra personaggi familiari: sempre più frequentati dal cinema nostrano d’immaturi & insoddisfatti, eppure difficili da collocare negli interstizi tra uomo comune e funzione comica. Se l’alchimia attoriale rinfresca il prato calpestatissimo dell’equivoco, il film mette a segno battute sinceramente divertenti e riconoscibili profili di borghese grettezza: con una levità che colpisce fino al calcio finale.