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Sepolto vivo!

Regia di Roger Corman vedi scheda film

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La recensione su Sepolto vivo!

di cheftony
6 stelle

Tutti nella mia famiglia hanno incontrato una morte violenta e atroce. Io ora aspetto il mio turno.”

Com'è morto tuo padre?”

Catalessi. Sai che cos'è? Quando colpisce, la vittima mostra tutti i segni di una morte certa. Ma non è morta: è viva. Avevo 13 anni quando mio padre fu creduto morto. Il dottore diagnosticò un attacco cardiaco. Si fece il funerale. Il corpo fu deposto nella cripta. Quella notte...lo sentii gridare. Un pietoso, disperato grido. Pregai, supplicai, lo dissi a tutti: 'È vivo! È vivo!', ma nessuno volle credermi.”

Perché non era vero!”

 

Da qualche parte sfarzosa del mondo, intorno alla metà del XIX secolo, vive il benestante Guy Carrell (Ray Milland), afflitto dalla tafofobia; convinto che suo padre sia stato sepolto vivo, teme egli stesso di restare vittima di uno stato di catalessi, di essere erroneamente proclamato deceduto e avvolto dall'abbraccio di una bara e della terra.

Noncurante di questa condizione patologica, la giovane Emily (Hazel Court) sposa Guy e si trasferisce nella sua dimora. Guy rimanda il viaggio di nozze fra le calli di Venezia e, sovente preda di allucinazioni, cerca di cautelarsi dal suo incubo e di esorcizzarlo costruendo un piccolo mausoleo con annessa bara apribile dall'interno ed altri sistemi di fuga.

Emily, preoccupata nonché osteggiata dalla cognata Kate (Heather Angel), chiede aiuto all'amico e dottore Miles Archer (Richard Ney) affinché costui possa recarsi in visita e sincerarsi delle condizioni psichiche di Guy...

 

Uno dei molti lavori di Roger Corman per la American International Pictures datati fra il '60 e il '65 ed ispirati alle opere di Edgar Allan Poe, “Sepolto vivo” non vede come al solito la partecipazione dello specialista Vincent Price, escluso per vincoli contrattuali; ecco che il protagonista inatteso e anomalo diventa Ray Milland, che è attore meno istrionico del mitologico Price ma, forte di una carriera di prestigio lavorando con i signori Hitchcock, Wilder, Lang e Cukor, è uno che sa il fatto suo.

Dal titolo originale “The premature burial”, omonimo della storia breve di Poe (che peraltro soffriva terribilmente in prima persona di tafofobia) alla quale si ispira piuttosto vagamente, il film è il classico B-movie gotico medio, prevedibile ed esasperato quanto visivamente intrigante e di gran mestiere.

Sceneggiatura, sviluppi, credibilità e paura suscitata, d'altronde, non potevano certo essere lo zoccolo duro di questi adattamenti girati a basso costo e improvvisati in pochi giorni di riprese. I punti forti vanno ricercati nel gusto e nella cura scenografica, nel tormento dei protagonisti, nella sottile ironia di fondo, nelle musiche suadenti (qui composte da Ronald Stein e Les Baxter) e nelle abilità registiche, ben espresse da un Corman che dispensa prospettive magiche e intensi primi piani. Breve e praticamente privo di originalità, “Sepolto vivo” ha un unico e grandioso sussulto nella sequenza onirica in cui Guy Carrell si ritrova, come da lui sempre temuto, rinchiuso nel suo mausoleo ed ogni marchingegno ideato per liberarsi si rivela fallace: un ansiogeno strazio, filtrato alternatamente in viola e verde, fumoso e tardo all'evanescenza.

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