Regia di Theodore Melfi vedi scheda film
Esordio col botto per Melfi, che scardina le emozioni dello spettatore con una sceneggiatura calibrata ed attenta ( che entrò nel 2011 nella Black list di Hollywood -fra le prime dieci migliori non ancora prodotte - ), facendo di Murray il suo pigmalione, una sorta di Drugo Lebwsky, ma più arrabbiato con la vita.
Ma quanto è imponente quest'attore davanti alla camera? Compie il miracolo regalando un interpretazione che si fa beffe di ciò che significa "patetico", evita il buonismo e dribbla con abilità qualunque retorica, rendendo profonda e pure commovente (sigh lo ammetto!) questa storia già vista e raccontata mille volte.
Nascita dell'amicizia fra Oliver , un ragazzino gracile e senza padre, e Vincent (Murray), suo vicino di casa che definire singolare è poco. Reduce di guerra, dedito all'alcol ed al gioco, con un gatto ed una prostituta come unici amici, una moglie in fin di vita da accudire. Zozzo, rude e bifolco, uno spasso vero.
In mezzo una serie di comprimari di valore , dalla McCarthy fino alla sorpresa Naomi Watts, finalmente impiegata in un ruolo dissacrante.
Non un romanzo di formazione, ma un corso accellerato ed involontario di "vita".
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