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Sentieri selvaggi

Regia di John Ford vedi scheda film

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Dany9007

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sentieri selvaggi

di Dany9007
10 stelle

Non avevo ancora 14 anni quando vidi per la prima volta questo film. Non dico che fu una delusione, ma senz'altro un piccolo trauma. Chi aveva mai visto John Wayne in un personaggio così spietato (l'uccisione dei bisonti pur di non farli mangiare agli indiani), ossessivo (la costante necessità di riprendere il viaggio senza che questo abbia nulla di "liberatorio"), blasfemo (oltraggia il cadavere di un indiano affinchè questo, secondo le credenze Comanche, non trovi pace nemmeno nell'aldilà)?

Inoltre tanti aspetti, nelle svariate visioni sono emersi, dipingendo un personaggio che risulta uno dei più complessi di quegli anni. Nemmeno Anthony Mann, che nei suoi film poneva sempre protagonisti dal passato turbolento, in cerca di riscatto, aveva mai osato tanto. Ethan Edwards ritorna nel 1868 presso la casa del fratello Aaron e della cognata Martha. Già questa data ci fa capire che Ethan non è rientrato regolarmente dal fronte, come un qualunque soldato: quando il giovane nipote gli chiede come mai non sia tornato prima, Martha lo zittisce, Ethan regala alla nipotina una medaglia Messicana, segno che ha combattuto per l'imperatore Massimiliano contro i ribelli, Ethan possiede inoltre riserva di "yankee dollars" che probabilmente provengono da scorrerie; persino il Reverendo Clayton appena lo vede, fa riferimento ai "connotati piuttosto comuni" di Ethan (che nell'originale è molto più diretto "you fit a lot of descriptions").

Un altro elemento interessante è che così come si evince l'affetto (ma sicuramente qualcosa di più) che lega Martha ad Ethan, così il fratello la sera stessa gli fa intendere che non è un ospite gradito, e ben volentieri accetta il denaro che Ethan gli offre.

Inutile spendere parole sull'utilizzo che Ford fa della Monument Valley, con tutte le licenze poetiche del caso (dallo spostare quel territorio in Texas, mentre nella realtà è in Utah, al far vivere dei coloni che allevano mandrie in mezzo al deserto dove non ci sono le condizioni per far crescere le mandrie).

In un certo senso Ford anticipa le tematiche di quello che sarà un altro gioiello del western, quasi 20 anni dopo: Nessuna pietà per Ulzana. In entrambi i casi, e in questo caso con uno sguardo ancora più coraggioso e moderno per quegli anni, si osserva una vicenda in cui i comportamenti spietati si manifestano da entrambe le fazioni, non vi è una dicotomia tra buoni e cattivi; per cui è facile osservare come al massacro della famiglia di Ethan, ingigantito da ciò che Ford non ci fa vedere (il cadavere violentato e martoriato di Martha) non è così diverso dal massacro che i soldati perpetrano nel villaggio innevato, dove si scoprirà morta anche l'inerme Look, moglie "involontaria" di Martin, si arriverà infine ad una totale fusione tra i comportamenti dei nativi e quelli di Ethan, quando vedremo quest'ultimo approntarsi a fare lo scalpo al capo Scar (Scout nella versione italiana).

Da antologia la sequenza dell'incontro faccia a faccia (qualche critico lo ha visto come se fosse uno specchio) tra Ethan e Scar, anche in questo caso purtroppo la traduzione in italiano fa dire ad Ethan "sei molto intelligente, per un indiano", mentre in originale fa riferimento al fatto che Scar parla inglese e gli chiede "qualcuno te lo ha insegnato?" (chiaramente alludendo a Debbie). 

L'animo di Ethan è straordinariamente tormentato, non cerca relazioni con nessuno, non ha amici, anche Martin è un compagno di ventura, al quale arriva a voler destinare i suoi averi ma senza alcuna stima, nonostante gli anni trascorsi insieme. Una sintesi del carattere di Ethan la si trova nell'indimenticabile primo piano che mostra il suo volto, trasudante di odio di fronte alle ragazze bianche liberate dalle tribù.

Se vogliamo parlare di difetti nel film, si può rilevare qualche ingenuità nelle scene d'azione (gli attacchi dei comanches ancora non si capisce perchè manchino totalmente di strategia), in qualche caso ci sono dei buchi narrativi (dopo che Ethan e Martin sono ormai bloccati in una grotta, non si capisce perchè gli indiani li lascino liberi, erano 2 contro tutta la banda di Scar, che sembra contare circa 100 persone. Perchè avrebbero dovuto risparmiarli?)

Non si contano le interpretazioni dell'ultimo (umano) gesto di Ethan, che infine salva Debbie: la prende in braccio come da bambina e quindi riconosce in qualche modo che lei è la sua unica parente rimasta? Con la morte di Scar, Ethan ha esorcizzato i suoi fantasmi? Ho letto anche di qualche interpretazione che vede Ethan comportarsi "civilmente" ogni volta che si trova in luoghi chiusi/domestici, mentre quando è nel deserto che emerge la sua natura selvaggia: ad esempio mentre durante la caccia agli indiani non ubbidisce agli ordini di Clayton, in casa, quando questi gli chiede di consegnargli la pistola Ethan ubbidisce. Così Debbie ha trovato riparo grazie all'essere andata a rifugiarsi in una grotta e quindi simbolicamente in un luogo domestico?

Tra le ultime curiosità che ho riscontrato: nel cimitero in cui si rifugia Debbie si legge, sulla lapide, che la madre di Ethan è morta per mano dei comanche, questo forse offre una spiegazione più razionale del suo profondo odio per i nativi.

 

 

 

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