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Senso

Regia di Luchino Visconti vedi scheda film

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Utente rimosso (signor joshua)

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Senso

di Utente rimosso (signor joshua)
8 stelle

Celebre melodramma firmato da un maestro del genere come Visconti, lungo (anche se non così tanto come si può pensare) e sfarzoso come solo la più bell'acqua dei colossal americani consente. Praticamente è un Via col vento in versione italiana, ma con la differenza di avere davvero qualcosa da raccontare e di possedere un'anima che vada ben al di là del gusto per il quattrino: è una visione ridondante ma anche emozionante di un momento storico molto caro a Visconti, che è il Risorgimento, visto dagli occhi di due personaggi che stanno sue due fronti opposti, e che decidono di dimenticarsi delle loro ideologie per poter stare insieme. Livia è attratta da Franz perché, per la prima volta in vita sua, conosce un austriaco diverso, ambiguo, affascinante, carismatico, idealista, e quello che parte come un'apparente film nazionalista si trasforma ben presto, prima in un romanzo storico sull'amore incondizionato e poi in un ritratto umano cinico e tristissimo, nonché estremamente crudele, perché a partire dalla scena in cui Franz prende i soldi a Livia per comprare il medico militare per farsi dichiarare infermo, si comincia a sentire puzzo di bruciato nella vicenda, si comincia ad intravedere qualcosa che non va, ma ancora non siamo del tutto certi che vi sia un tradimento, non possiamo e non vogliamo credere che quei giorni in cui sembrava che fosse nato il vero amore, siano stati in realtà un raggiro. Ma poi arriva l'ultimo incontro con Franz, quello in cui presenta alla protagonista, la prostituta che gli fa visita tutte le sere, e la deride per essere stata così sciocca da credergli, e allora quel velo di speranza in mezzo a tanta tensione che si era creato nel film, viene irrimediabilmente distrutto, con la conseguente vendetta simbolica di Livia, che amareggiata denuncia il suo amato Franz ai suoi superiori che lo fucilano. Semplicemente un grande melodramma d'alta scuola, che si contraddistingue dagli altri per cinismo e per assenza di qualsiasi briciolo di felicità nel finale, ispirato e girato con mestiere e cuore. Si vede anche che è tratto da un testo teatrale, in fondo lo si potrebbe dividere in tre parti ben definiti: Venezia (con la scena del teatro, nella casa e nei borghi), la villa di Livia, e l'incontro con Franz. È stato, insieme a La Strada di Federico Fellini, il film che ha chiuso definitivamente il Neorealismo, ed è stato in concorso con quest'ultimo a Venezia per il Leone d'Oro, facendo creare due veri e propri schieramenti, anche se effettivamente, Senso, mantiene una lucidità ed una grandezza nel racconto storico che superano la poesia felliniana, anche se il livello dei film è più o meno lo stesso. Bravi gli attori soprattutto la disperata Alida Valli, ma anche molto teatrali, però in fondo credo che per film del genere, sia di dovere. Non il migliore di Visconti e nemmeno il più emozionante, ma un bellissimo film, tutt'altro che patriottico (come molti invece hanno affermato), che resta ben piantato nella mente dello spettatore.

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