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Cenerentola

Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film

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La recensione su Cenerentola

di nickoftime
7 stelle

Per sparigliare le carte ci voleva un cavallo di razza. Stiamo parlando di Kenneth Branagh e della sua rivisitazione di un classico per grandi e piccini come “Cenerentola”, tradotto sullo schermo dal regista inglese nel pieno rispetto della tradizione che negli anni è stata tramandata,. Un’inversione di tendenza dunque, se si considera che la riscoperta del filone fiabesco aveva fin qui generato una serie di “remake” che spingevano in direzione di un rinnovamento iconico e anche contenutistico; si pensi ad esempio alla Biancaneve di “Maleficent” e in particolare all’interpretazione in stile fantasy della strega cattiva interpretata da Angelina Jolie, oppure al pout porri proposto dall’imminente “Into the Woods”, che mette insieme e in parte  stravolge alcune delle fiabe più famose del creato. Non è dunque un caso, pensiamo noi, che per questa piccola “restaurazione” sia stato chiamato un regista come Branagh, naturalmente portato alla lettura dei sacri testi così come allestimento di film in costume.

 

Il quale Branagh, in una sorta di continuità con la sua penultima fatica (Thor) continua ad occuparsi di re e regine e di regni in pericolo, trasformando la mitica Asgard in un piccolo principato e il figlio di Odino in una principe azzurro "illuminato" e gentile. Insomma nulla di paragonabile alle epiche avventure del mitico Asgardiano, se non fosse che la spietata matrigna interpretata da una Cate Blanchett in versione Crudelia Demon, per non dire delle sue due figlie, non perdono nulla in fatto di perfidia rispetto a Loki e ai suoi accoliti. Nel caso di "Cenerentola" poi si doveva tenere conto di una cosa non da poco, e cioè di rendere meno traumatico possibile il passaggio dall'animazione (risalente al 1950) al live utilizzato dalla Disney per questa nuova versione. Branagh ci riesce lavorando sull'estetica del film, e prima di tutto sui colori, iperreali e vivi come potevano essere quelli dell'originale, e poi, sui volti dei personaggi, di una perfezione stilizzata ed eguale a quella dei loro predecessori; e poi regalando al film scenografie - di Dante Ferretti - che soprattutto negli interni diventano protagoniste, grazie a una ricchezza di forme e arredamenti che miracolosamente si mantengono su livelli di un'opulenza che non diventa mai kitsh ne barocca. E in un cast praticamente all british la cenerentola di Lily James (Downton Abbey) appare davvero all'altezza del suo ruolo.

(icinemaniaci.blogspot.com)

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