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Into the Woods

Regia di Rob Marshall vedi scheda film

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La recensione su Into the Woods

di NOODLES98
3 stelle

Basta poco tempo per rendersi di essere stati ingannati. Come questi PROtagonisti odiosi più degli ANTAgonisti che desiderano irragionevolmente futilità e che vengono giustamente e crudelmente puniti. Al contrarrio,il nostro desiderio incessante è quello di spegnere, di pensare ad altro, di ricorrere a una qualsiasi altra pellicola. I difensori diranno che la Disney ha sorpreso con una virata più adulta, più matura e, di conseguenza, più dark, senza perdere di vista il godimento dei più piccoli. La verità è che si autosabota, ripescando le fiabe rivedute e corrrette che hanno contraddistinto la casa di produzione fino a stuprare l'immaginario burtoniano, nella peggior accezzione che questo termine può avere, fermandosi al peggior film del regista (Alice In Wonderland). Aggiungere un pizzico (davvero poco, solo qualche minuto) di un Depp sempre più devoto alla parodia di se stesso e al metodo Sparrow, nonostante interpreti il lupo cattivo, e una buona manciata di Meryl Streep (inopinata candidatura all'Acadmey) strega in cerca della perduta giovinezza e madre iperprotettiva, che sembra il personaggio da lei interpretato in Mamma Mia solamente visto da un altro punto di vista, per ottenere uno dei film più incompleti, privi d'inventiva e verve che la casa di Topolino abbia mai sfornato. Siamo ingannati da quei primi dieci minuti davvero coinvolgenti e riusciti, ingannati da un'iniziale atmosfera fiabesca che ci fa ritornare bambini, ingannati da una regia che, come scopriremo, spara tutte le sue poche cartucce nel prologo. Poi ci inabissiamo in un patchwork mal riuscito delle più famose favole disneyane (Jack e il fagiolo magico, Cappuccetto Rosso, Raperonzolo e Cenerentola) che ha l'ignobile pretesa di essere preso seriamente, di farci preoccupare per il destino di personaggi anonimi nonostante la caratterizzazione insita in loro, di accettare episodi diseducativi e al contempo di non farci domande su sparizioni improvvise, morti inspiegabili e inseguimenti privi di senso. La trama, se mai ne è esistita una, si aggroviglia su se stessa, moltiplicando gli avvenimenti e dando solo un senso di stanchezza, ripetitività e noia. Nessuno ci crede. Nè il mediocre Marshall né gli sceneggiatori né la maggior parte degli attori, nonostante siano bravi. E snatura ancor di più ciò che di affascinante, favolistico e incantevole avrebbe potuto esserci. L'insegnamento dovrebbe essere più adulto, ma fallisce miseramente, come il musical: Sondheim, scrittore anche del buonissimo Sweeney Todd, ripete melodie già sentite o scritte persino da lui stesso, e non bastano due canzoni memorabili per salvare una pellicola dal disastro. Il fallimento è più grave ancora se si pensa all'immenso potenziale che un progetto del genere portava con sé. C'è davvero poco da dire.  Si può solamente desiderare che la finiscano.

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