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The Imitation Game

Regia di Morten Tyldum vedi scheda film

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La recensione su The Imitation Game

di EightAndHalf
4 stelle

Enigma, sistema crittografico tedesco dei tempi della Seconda Guerra Mondiale, già decantato e preso in esame dal dimenticabilissimo Enigma di Michael Apted, fu, a detta di The Imitation Game, l'elemento chiave della suddetta guerra, il fattore senza la risoluzione del quale il conflitto si sarebbe protratto per almeno altri due anni, causando più di 14 milioni di morti. Agli storici l'ardua sentenza, se sia o meno fattibile simile semplificazione o se in generale essa sia necessaria/giustificata se a raccontarla è la grande macchina da presa che - si suppone - cattura il Cinema. Quello che maggiormente stride in una riduzione della verità storica (già "ridotta" a partire dal testo originale da cui il film di tale Morten Tyldum è tratto, cioè a dire Alan Turing: The Enigma) è la spaventosa piattezza e generica modalità di inquadratura dei personaggi, messi al servizio di una sceneggiatura spara-sentenze che sembra ricopiata con lo stampino da film tutti uguali fra di loro, che se etichettabili sarebbero riconoscibili in quanto "edificanti", o se vogliamo didascalici, illustrativi, sostanzialmente vuoti. A spaesare è il modo in cui si passa da una potenzialmente interessante riproposizione dei processi che portarono alla risoluzione della guerra a una sorta di moralina appiccicata con lo sputo sul diritto del "diverso" e di colui che la pensa in maniera alternativa. A niente giova il monologo di Alan Turing, ovvero Benedict Cumberbatch, su quella che è la differenza fra la mente umana e il metodo raziocinante di una macchina: i tentativi di destare dubbi e problematicità in The Imitation Game puzzano di ostentazione e di derivativo a un miglio di distanza, come a confermare per l'intera durata di 113 minuti che a volte l'apparenza non inganna, e che se una regia appare fin dall'inizio banale, insulsa, praticamente assente, allora forse nel film non c'è un'idea davvero nuova che possa destare reale interesse. Certo, la storia che diverte ormai riescono a farla tutti, e tutti gli altri si divertono entusiasmati dalla rassicurante favoletta su chi è buono e chi è cattivo, ma se vogliamo davvero pensarla la Storia, e pensare a come gli individui la cambiarono tramite un'eventuale attacco di genio, non sarà certo il romanzarla il motore di una nuova consapevolezza. O almeno il romanzarla "così".

 

Keira Knightley, Matthew Beard, Matthew Goode, Benedict Cumberbatch, Allen Leech

The Imitation Game (2014): Keira Knightley, Matthew Beard, Matthew Goode, Benedict Cumberbatch, Allen Leech

 

Perché, purtroppo, The Imitation Game aspira a (o presume, o pretende di)  rivelare grandi verità a chi le sconosce, e non basta la buona intenzione divulgativa (ancora puzza, puzza di ipocrisia) a salvare la pellicola in esame dal tragico oblio dell'insignificanza, e non basteranno nemmeno le smorfie di Keira Knightley, né i piagnistei di Alan Turing e della sua omosessualità non troppo repressa. Non sarà sufficiente dire che la guerra per i protagonisti del film era diversa, perché lontana dalle bombe ma rappresentativa del vero cervello (e motore) della Guerra Mondiale, non sarà minimamente accettabile l'idea che per presentare un personaggio basta sparare in mezzo alle scene qualche sequenza a flashback che possa spiegare la passione di un uomo nei confronti della scienza (con una spiegazione melodrammatica che gira intorno al nome "Christopher"). Sarà infatti inaccettabile far finta di presentare i propri personaggi e poi metterli alla pura mercé della storia (o della Storia, ma di Storia se ne vede solo la parola nel solito, scusante, rassicurante "Storia Vera" a fine film), e sarà assurdo giudicare abbastanza il semplice galvanizzante coinvolgimento. E sarà tutte queste cose perché, a conti fatti, The Imitation Game non resta, non resterà nella mente, e si dimenticherà, come Enigma di Michael Apted, come i tanti film un po' arroganti un po' spocchiosi che sembrano sempre portatori di grandi realtà ma che poi si afflosciano in un'estetica (e in un'etica) stra-vista e stra-sentita, solo con una salsa diversa di contorno. 

 

Charles Dance, Benedict Cumberbatch

The Imitation Game (2014): Charles Dance, Benedict Cumberbatch

 

Perché The Imitation Game è il film che ci si aspetta non appena visto il trailer o letta la trama. Basti questo a giudicare l'utilità di un prodotto del genere. E chi vuole ancora pellicole così leziosamente rassicuranti alzi la mano.

 

Benedict Cumberbatch, Keira Knightley

The Imitation Game (2014): Benedict Cumberbatch, Keira Knightley

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