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Seduzione pericolosa

Regia di Harold Becker vedi scheda film

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Alessia Birri

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Seduzione pericolosa

di Alessia Birri
10 stelle

Un AL PACINO dalla bellezza struggente, al pari dell'intensità della sua recitazione, interpreta il detective FRANK KELLER: un uomo solo, abbandonato dalla moglie, al quale sembra che la vita abbia voltato le spalle. Assieme al suo collega (il detective SHERMAN) indaga sugli omicidi di un serial killer che adesca le sue vittime (sempre maschi) mediante un'agenzia di appuntamenti a sfondo sessuale, ragion per cui gli investigatori sono certi che si tratti di una donna e formano un'unità speciale al fine di tenderle una trappola, decidendo di pubblicare un annuncio. L'assassina/o uccide le sue vittime facendole denudare e costringendole a simulare un rapporto sessuale prima di finirle con un colpo alla nuca. La serial killer sembra prediligere appuntamenti con uomini che scrivono annunci sotto forma di poesie in rima, perciò i colleghi della polizia fanno a gara per comporne una che possa attirare la predatrice, e da qui gli spassosissimi tentativi letterari dei poliziotti; alla fine la poesia viene dettata dall'anziano padre del detective FRANK KELLER (AL PACINO). FRANK KELLER e un suo collega DETECTIVE SHERMAN (interpretato dal simpatico JOHN GOODMAN) decidono di fissare gli appuntamenti in un ristorante sotto falsa identità: FRANK KELLER (che attende l'assassina all'appuntamento) racconta di lavorare in tipografia, mentre il suo collega finge di essere cameriere; alla fine tutti i bicchieri in cui avranno bevuto le sospettate saranno portati alla Polizia Scientifica per rilevarne il DNA. Ma quando giunge una certa HELEN CRUGER (interpretata da ELLEN BARKIN) il detective KELLER, dopo aver fatto sesso con lei, se ne innamora, rifiutando l'idea che potesse essere l'assassina, ma rimanendo, pur sempre, in guardia ad ogni suo gesto, ed è perciò magnifica la scena in cui KELLER, scorgendo uscire una pistola giocattolo dalla borsetta della donna, scatta rivolgendosi contro di lei ed, essendo in quel momento disarmato, non può fare altro che rinchiuderla in un armadio come si trattasse di un dobermann! Alla fine, rendensosi conto che si tratta di un giocattolo, il detective KELLER si riconcilia con la donna, che , fino a quel momento, non si accorge di trovarsi di fronte a un poliziotto e non a un tipografo (come vorrebbe farle credere lui). Ma l'ombra lunga del sospetto che sia lei l'assassina pone in un continuo stato d'ansia FRANK KELLER, che in molte occasioni lascia trapelare la sua indole poliziesca; fino a quando, dopo un litigio, si reca nel negozio di scarpe dove la donna lavora come commessa e viene sfidato da due bellimbusti che fin dall'inizio hanno avuto un comportamento arrogante verso HELLEN, i quali alla fine gli si rivolgono dicendo: "Lasciamo perdere, è un piedipiatti!". HELLEN, appena saputo che FRANK KELLER le aveva mentito sulla sua identità, si infuria contro di lui volendolo cacciare; allora FRANK, rivolgendosi alla gente che osserva la scena, ha uno scatto d'orgoglio e punta il dito contro tutti coloro che guardano con sospetto i piedipiatti, salvo poi invocarli quando vengono scippati e subiscono dei reati: "...allora sono il paparino di tutti!", esclama il detective davanti ai clienti allibiti. E come non dargli ragione? Ancora una volta un personaggio interpretato da AL PACINO non tradisce la consuetudine di tenere sempre la schiena dritta, davanti ad ogni situazione, non dimenticare mai la propria dignità, non abbassare lo sguardo, proprio come fa KELLER nei confronti dei due provocatori; caratteristica della maggior parte dei personaggi interpretati da AL PACINO: falliti, disperati, ma mai naufragati, perchè nella propria interiorità conservano sempre lo spirito libero e l'umanità come preludio di un nuovo inizio. Una notte, trovandosi nell'appartamento di HELLEN (che abitava con la madre e la figlia), il detective KELLER scopre che sul calendario appeso al muro sono segnati tutti gli appuntamenti con gli uomini assassinati; a quel punto la colpevolezza della donna sembra non poter essere messa in discussione. KELLER era da molto che si sentiva pedinato, come se un'ombra si aggirasse nel suo palazzo aspettando il momento per poterlo aggredire. Una sera KELLER, ormai sicuro della sua colpevolezza, scaccia HELLEN da casa svelandole il perchè avesse preso appuntamento con lei, il fatto di essere un poliziotto e di aver sempre studiato ogni sua mossa; HELLEN se ne và, ma nello stesso tempo un operaio che era stato precedentemente posto sotto interrogatorio irrompe nell'appartamento volendo uccidere il detective KELLER, ma non senza prima avergli fatto recitare la solita scena della simulazione del rapporto sessuale, quindi fa spogliare FRANK e ripete il copione. Non vorrei bruciare il finale a nessuno ma a questo punto bisogna svelare l'identità del serial killer che è un vero colpo di scena: non è altro che l'ex marito di HELLEN che, ossessionato dalle sue avventure sessuali, la seguiva e uccideva tutti quelli che se la portavano a letto. Alla fine FRANK cerca di nuovo HELLEN, trovandola per strada e riuscendo a riconciliarsi con lei. Il giudizio finale sul film non può essere che un'autentico capolavoro: dialoghi spassosi, atmosfera intensa, consistente tema esistenziale, tensione ai massimi livelli, AL PACINO sublime.

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