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The Stag - Se sopravvivo mi sposo

Regia di John Butler vedi scheda film

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Fanny Sally

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La recensione su The Stag - Se sopravvivo mi sposo

di Fanny Sally
6 stelle

A pochi giorni dal matrimonio il serioso Fionnan, ragazzo remissivo e accondiscendente, viene convinto dalla futura sposa a concedersi un ultimo fine settimana di divertimento in compagnia dei suoi più stretti amici, perbene e moderati quanto, se non più, di lui; ma quando al gruppo si unisce anche l’esuberante e spocchioso cognato Simon, l’innocua gitarella tra i verdeggianti boschi irlandesi assume dei contorni imprevedibili.

 

Di primo acchito questa commedia a tema addio al celibato si presenta come una sorta di Una notte da leoni in versione irlandese, e in effetti i meccanismi della trama lo ricordano molto (il viaggio, l’evasione, lo smarrimento seguito dallo sballo, la fratellanza), solo che qui gli scenari sono ben lontani dal caos metropolitano e al posto dell’ingenuo cicciottello fuori di testa Alan/Zach Galifianakis a combinare guai c’è il corpulento sbruffone The Machine/Brian Gleeson, mina vagante che ha una buona parola, politicamente scorretta, per tutti quanti, rivelandosi comunque una sorta di voce della coscienza senza peli sulla lingua, in grado di far rivalutare a ciascun compagno di avventura la sua condotta e a ricercare quel se stesso perduto.

L’umorismo di stampo irish, seppur guascone e non particolarmente volgare, è ben diverso da quello cui ci ha abituati il cinema americano o nostrano, e forse non sempre rende l’effetto sperato/aspettato, o meglio non riesce a colpire tanto quanto, soffermandosi spesso su argomenti patriottici e politici, nonostante siano indubbie la bravura degli attori e la buona scrittura dei personaggi, diversi dai soliti stilemi (per la cronaca, c’è anche una sobria e tenera coppia omosessuale).

Certo il finale rassicurante, con tanto di dediche e canzoni, sembra un po’ una nota stonata, ma al contempo si può ritenere anche un elemento di originalità.

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